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Nel libro dei sogni spicca il nome di Stevie Wonder, o anche di star di Hollywood del calibro di Al Pacino o Robert De Niro e magari di divi che probabilmente arriveranno in Italia per promuovere i film in uscita, come Mel Gibson (La battaglia di Hacksaw Ridge), Kim Basinger (50 sfumature di nero), Natalie Portman (Jackie). La certezza, intanto, è l’approdo all’Ariston di alcuni dei più importanti talenti della musica italiana come Tiziano Ferro e Giorgia, dell’anglo-libanese Mika, ormai amato anche dalle mamme dopo l’exploit su Rai2, del re del pop latino Ricky Martin, del cantautore britannico Rag’n’Bone Man, che ha scalato le classifiche europee con Human.
Forte del ‘patto di Follonica’ tra il ‘valletto moro’ Carlo Conti e ‘la bionda’ Maria De Filippi, archiviata la tradizionale vetrina delle vallette (“Bastiamo io e Maria, no?", ripete il conduttore e direttore artistico), il Festival di Sanremo va componendo il puzzle degli ospiti che si metteranno in gioco nelle cinque serate (7-11 febbraio). Altamente probabile è la presenza di Maurizio Crozza, ma le modalità sono tutte da definire: c’è chi scommette su incursioni video, tanto più perché da ieri il comico, passato da La7 a Discovery, non apre più con le sue copertine DiMartedì di Giovanni Floris. Ma non si esclude che possa tornare all’Ariston in carne e ossa, dopo l’uno-due di qualche anno fa, con le contestazioni del 2013 e gli applausi dell’anno successivo.
"Crozza? Magari!", svicola alla sua maniera Conti, che poi cita nella lista dei desideri "Fiorello, Benigni, Zalone, Pieraccioni e Panariello". Un passaggio lo faranno quasi sicuramente Virginia Raffaele, al ritorno al festival dopo le parodie da urlo di un anno fa, e Paola Cortellesi. Torneranno anche i momenti di Tutti cantano Sanremo, con ospiti "normali" che racconteranno l’Italia di oggi, senza dimenticare le vittime dei terremoti degli scorsi mesi. Un "sogno da realizzare" per il conduttore e direttore artistico sarebbe anche Stevie Wonder, ma è difficile che approdi all’Ariston, così come sembra improbabile che si materializzino gli U2. Tra i possibili superospiti stranieri circola anche il nome di Ed Sheeran. Certamente Sanremo punterà ancora sulle star di Hollywood, dopo Charlize Theron e Nicole Kidman. Il tutto entro un budget che dovrebbe restare, in linea con gli ultimi anni, sotto i 16 milioni di euro (di cui 5 milioni per la convenzione con il Comune di Sanremo).
Cresciuto a 22 il numero dei Big in gara, nelle prime due serate si esibiranno i Campioni divisi in due gruppi, la terza serata sarà dedicata alle cover (e ci saranno le prime due eliminazioni), la quarta vedrà altre quattro eliminazioni, per fare spazio poi alla sfida finale a 16. Al migliore testo in gara andrà il premio Sergio Bardotti, alla miglior musica il premio Giancarlo Bigazzi, mentre Tim, sponsor unico del festival, premierà nella serata finale il brano più ascoltato sulla app Timmusic tra quelli in concorso. Tornerà il Dopofestival, quest’anno anche il sabato, ancora con Nicola Savino e la Gialappàs. Sul fronte omaggi, dopo quello a David Bowie dello scorso anno, Sanremo ricorderà Claudio Villa e Luigi Tenco (ma non nella serata delle cover, quando i più gettonati saranno Celentano e De Gregori) e probabilmente anche Franco Califano.
Primi assaggi della scenografia, firmata da Riccardo Bocchini e valorizzata dalle luci di Mario Catapano: sarà rinnovata con un palco che offre infinite combinazioni, con 10 telecamere di cui quattro controllate a distanza con una tecnologia presa in prestito dell’aeronautica. "Ho sperato fino all’ultimo che non ci fossero le scale – sospira De Filippi – poi mi hanno spiegato che si compongono…". Confermata la squadra storica di Conti: il regista Maurizio Pagnussat, gli autori Leopoldo Siano, Emanuele Giovannini, Martino Clericetti, Riccardo Cassini, Mario D’Amico.