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Sotto l’enigmatico sguardo della Gioconda si potrebbe celare un segreto sfuggito per secoli agli esperti e persino all’"occhio" delle macchine più sofisticate. Ci sarebbe un altro dipinto, con un’altra donna, eseguito da Leonardo da Vinci prima del celebre ritratto esposto al Louvre: a sostenerlo – dando alimento all’ennesima tesi sul mistero di Monna Lisa – è Pascal Cotte, studioso francese che dice d’aver analizzato il quadro per 10 anni con nuove tecnologie.
Cotte, protagonista di un nuovo documentario della Bbc, aggiunge anche che l’identificazione della Gioconda con Lisa Gherardini è sbagliata e che il nome dell’opera andrebbe dunque cambiato.
Le sue rivelazioni potrebbero produrre uno shock nel mondo dell’arte, che però al momento ha reagito in modo piuttosto cauto alla presunta scoperta, dato che negli anni altri autori avevano avanzato ipotesi sul dipinto rivelatesi in alcuni casi infondate. Ma Cotte è sicuro del fatto suo e in particolare della validità di una tecnica che ha usato per analizzare il quadro, chiamata Layer Amplification Method (LAM).
"Funziona proiettando un fascio di luci intense sulla tela", ha spiegato lo studioso, che poi coi suoi collaboratori ha scattato foto ad alta risoluzione e le ha passate al setaccio. "In questo modo possiamo analizzare cosa esattamente c’è tra gli strati del dipinto, lo possiamo ‘sbucciare’ come fosse una cipolla", ha aggiunto il ricercatore, fondatore nella capitale francese del centro di ricerca Lumiere Technology che ha già analizzato con lo stesso metodo altri capolavori di Leonardo.
Dietro la Gioconda ci sarebbe in effetti un’altra figura seduta. Non solo, secondo Cotte l’immagine intravista sotto la superficie ritrae un’altra donna, non Lisa Gherardini, moglie di un commerciante di seta fiorentino, Francesco del Giocondo. Secondo la versione più accreditata, invece, quella del grande pittore e storico dell’arte Giorgio Vasari, sarebbe stato quest’ultimo a commissionare il ritratto al maestro italiano: da qui il nome di Gioconda. E sarebbe dunque Lisa la protagonista del ritratto.
La teoria di Cotte è accolta del resto da pareri discordanti. Il Louvre, nonostante gli abbia concesso nel 2004 la possibilità di studiare il dipinto, non si scompone e fa sapere che Cotte "non fa parte del team scientifico" del museo.
I critici di maggior fama accademica appaiono a loro volta divisi e non mancano gli scettici, come Martin Kemp, professore di storia dell’arte ad Oxford. "Non penso che ci siano diversi strati che rappresentano diversi ritratti. Lo vedo piuttosto come un continuo processo di evoluzione e sono assolutamente convinto che la Monna Lisa sia Lisa", taglia corto. Di tutt’altro avviso Andrew Graham-Dixon, volto noto della critica anche in tv e autore del documentario della Bbc, che parla di "straordinarie rivelazioni". "Non ho dubbi che questa sia una delle storie del secolo", aggiunge, dichiarandosi convinto che "dopo qualche riluttanza" il Louvre sarà alla fine costretto a cambiare il titolo del dipinto. Monna Lisa addio?