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Prosegue la ricca stagione teatrale del Comune di Frosinone iniziata il 29 ottobre con Giuliana De Sio col suo “Notturno di donna con Ospiti”, ieri sera, vigilia del “giorno della memoria” sono andate in scena “Quattro buffe storie” con la compagnia di un mostro sacro del palcoscenico italiano, Glauco Mauri che ha curato anche la regia.
Pirandello e Cechov sono gli autori delle quattro pièces rappresentate al Teatro Nestor , che grazie all’amministrazione Ottaviani è diventato nuovamente operante dopo anni di abbandono ritornando, così, ad essere polo di incontro per gli amanti della prosa.
Pirandello ha aperto la serata con il suo atto unico “Cecè”, scritto nell’estate del 1913 e rappresentato per la prima volta il 14 dicembre 1915 al Teatro Orfeo di Roma; una commedia insolitamente comica per il drammaturgo siciliano, ma che racchiude nel suo protagonista il viveur Cecè tutto il cinismo di un Italietta dedita alla corruzione politica, agli scandali e alla sete di denaro.
Pirandello acuto osservatore della realtà del suo tempo è più che mai attuale, perché da allora nulla è cambiato.
Il protagonista di questo atto unico vive imbrogliando , senza scrupoli riuscendo a ribaltare a suo favore una storia di cambiali che aveva firmato e dato ad una demi-mondaine appena conosciuta, con la leggerezza e l’allegria della persona cinica abituata a vivere di sotterfugi.
E fu proprio a questo personaggio che si ispirò Sergio Tofano per creare nel 1917 la macchietta del “bellissimo Cecè ”personaggio dei famosi fumetti “Le storie del Signor Bonaventura”.
Il secondo atto unico è la famosissima “Patente” pubblicata dapprima come novella nel 1911 e trasformata in commedia nel 1917, in cui tutta la visione tragica pirandelliana dell ‘io scisso e privato della sua identità si veste nei panni del signor Chiarchiaro, che, per vivere, è costretto a pretendere che il giudice d’Andrea gli rilasci un attestato, ovvero, la patente di jettatore, maschera che la cattiveria, l’ingiustizia e ancor più l’ignoranza della gente gli ha cucito addosso.
Questo tragico personaggio verrà interpretato magistralmente da Totò nel film ad episodi “Questa è la vita” di Luigi Zampa.
La serata del Nestor continua con “Una domanda di matrimonio di Anton Cechov, atto unico di particolare comicità, scritto nel 1888 nello stile vaudeville ha ritmi veloci ed è giocato sugli equivoci e i battibecchi dei due protagonisti che si azzuffano sulla proprietà di un campo e sulle caratteristiche dei propri cani da caccia entrambi si arroccano sulle loro posizioni rivelando caratteri infantili e prepotenti…è solo il preludio di quello che sarà il loro matrimonio . Le risate del pubblico di Frosinone hanno confermato lo stesso “sguardo” divertito e benevolo di Cechov di fronte alle puerili debolezze umane.
La conclusione della serata ha assunto una piega diversa con “ Il tabacco fa male” sempre dello scrittore russo, i toni cambiano l’amarezza del vivere del protagonista ,superbamente interpretato da Glauco Mauri, ha preso il posto delle risate , in questo monologo compare l’altra anima cechoviana quella sconsolata e tragica. Il personaggio Ivan Ivanovich Ninchin è un povero succube della moglie che lo sfrutta per portare reddito alle sue attività didattiche costringendolo a dare una conferenza sui danni provocati dal tabacco …proprio a lui che fuma! Ma la conferenza si trasformerà in una patetica presa di coscienza dell’inutilità della sua vita che è sempre stata infelice a causa della tirannia ed avarizia della moglie e dell’indifferenza delle figlie.
In questa messa in scena tutta la tradizione è stata rispetta , scene e costumi particolarmente curati erano pertinenti all’epoca di scrittura delle pièces, gli attori tutti bravissimi in questa altalena di comicità e dramma hanno ricevuto i meritatissimi applausi per una serata all’insegna del teatro colto ed introspettivo.