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Apre per la prima volta al pubblico albanese il bunker antiatomico costruito al tempo della dittatura comunista di Enver Hoxha. La mega struttura di cemento, della cui esistenza non si era mai parlato fino ad oggi, è estesa su una superficie di 2680 metri quadri e venne progettata per ospitare la nomenclatura dell’epoca in caso di attacco nucleare. Il bunker è stato ora trasformato in una esposizione storica e di arte moderna. "Abbiamo aperto la porta della nostra memoria collettiva", ha dichiarato il premier albanese Edi Rama nel corso cerimonia di inaugurazione, che rientra tra le celebrazioni dei 70 anni della Liberazione dal nazifascismo. Il primo ministro, che ha manifestato la volontà di creare un vero e proprio itinerario turistico e culturale su quello che fu il regime comunista, ha annunciato la sua intenzione di aprire non solo bunker ma tutti gli archivi del vecchio regime, con lo scopo di chiudere una volta per tutte i conti col passato. Ideazione e realizzazione della esposizione intitolata Bunk’Art, e che non ha precedenti in Albania, sono state curate dal giornalista italiano Carlo Bollino. Tra gli intervenuti all’apertura del super-bunker anche l’ambasciatore d’Italia a Tirana Massimo Gaiani. Proprio qui dentro, in quello che fu il simbolo dell’isolamento internazionale comunista, l’ambasciata italiana organizzerà la prossima settimana un workshop dedicato all’Exo Milano 2015, che è invece il simbolo della globalizzazione.
Il bunker venne scavato tra il 1972 e il 1978 all’interno di una collina, a circa 2 chilometri dal centro della capitale, e costruito con muri perimetrali di un metro. Gli ingressi sono protetti da due porte di cemento armato e tre porte d’acciaio a chiusura ermetica. La struttura oltre che per gli attacchi atomici era stata concepita anche per far fronte ad eventuali attacchi con arme chimiche. All’interno anche appartamenti destinati ad ospitare i due uomini più potenti della dittatura: Enver Hoxha e l’ex premier Mehmet Shehu. Il bunker è anche l’unica fortificazione albanese a disporre di una surreale sala-cinema capace di ospitare fino a 400 persone, concepita per accogliere l’intero parlamento in caso di guerra atomica.
L’idea di costruire questo gigantesco palazzo antiatomico, pare sia nata dopo una visita dei vertici della difesa albanese nel 1964 in Corea del nord, dove a differenza degli altri paesi comunisti, erano e sono molto diffuse strutture di difesa analoghe. L’edificio, utilizzato dal vecchio regime solo in occasione di esercitazioni militari, era coperto dalla massima segretezza.
Nel bunker vi è ora una parte museale, con la fedele ricostruzione degli appartamenti di Enver Hoxha e Mehemet Shehu e alcuni uffici, e un’altra parte di esposizione storica che include foto, video e documenti inediti dal 1939 fino al periodo comunista. Una terza parte è infine dedicata all’arte contemporanea, con installazioni di autori albanesi e internazionali, questi ultimi selezionati dall’architetto italiano Luca Curci. Tra le installazioni artistiche particolarmente apprezzate dal pubblico un’auto di Enver Hoxha parcheggiata all’ingresso del bunker ma multata per divieto di sosta. Titolo dell’opera: "Tempi cambiati".