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Quando parliamo di Mirko Signorile e Giovanna Carone dobbiamo spostarci in un mondo di jazz e yiddish, ultima originale (e geniale) contaminazione realizzata da artisti baresi. A Mirko e Giovanna bisogna aggiungere Marisa Romano, che insegna lingua e letteratura yiddish, e Luca Basso, musicista dei Fabularasa. Dalla loro sinergia nasce quello che piano piano ha preso la forma di un progetto che si sta dilatando nel tempo. Nel 2009 è uscito “Betàm Soul” dedicato all’anima, nel 2012 è stata la volta di “Far Libe” rivolto all’amore; ieri è stato presentato alla stampa “Mirazh”, (Miraggio) per l’etichetta “Digressione Music” di Molfetta. Un disco concepito, elaborato e registrato in Puglia.
Don Gino Samarelli, sacerdote e produttore discografico, fondatore dell’etichetta molfettese, ha introdotto la conferenza stampa affermando che il disco nasce dal “bisogno ancestrale di viaggiare”: si tratta di un viaggio interiore intrigante, tutto impostato sulla lingua yiddish, sopravvissuta alla shoah. Si è detto orgoglioso di questa produzione in quanto salta con coraggio la tendenza di questo periodo di crisi senza idee in cui si incidono solo cover. Questo è un concept album come non se ne facevano da tempo.
Giovanna Carone ha un po’ raccontato la nascita di “Mirazh”, una mattina di fronte al mare insieme con Marisa: il mare, visto come luogo di passaggio di genti, popoli e migranti, ha suggerito l’idea del viaggio, del miraggio e delle città da visitare. Ma il viaggio diventa un fatto mentale, immaginario: ci si ispira a Italo Calvino e alla sua opera “Le città invisibili”, scritta con la tecnica combinatoria che coinvolge il lettore. Vi si parla di Marco Polo che descrive le città tra realtà e fantasia; e da Marco Polo si è tornati indietro nel tempo fino a Beniamino da Tudela, esploratore spagnolo di cultura ebraica, che un secolo prima si era spinto in Oriente. Alle idee, alle ispirazioni, Luca Basso “ha messo la cornice” dei testi, Mirko quella della musica.
Mirko ha posto poi l’accento sulla formazione del duo, “nato per caso e necessità” e destinato a creare una sensazione di magia. L’incontro ha alla base una visione musicale condivisa: attraverso la vocalità di Giovanna è nato un progetto nel quale sono confluite la sua esperienza e la sua creatività. E’ così che si è realizzato in parte il suo desiderio insistente di melodia e cantabilità. “Mirazh – ha aggiunto – è un disco diverso dai due precedenti con Giovanna: è più sperimentale, i brani sono meno classici; ci sono elementi testuali nuovi e altre metafore”.
Sullo yiddish Giovanna ha ammesso che è stato difficile conciliarla con la nostra cultura, ma ora, dopo avere esplorato a fondo la sua voce, si trova a proprio agiograzie soprattutto alla musicalità innata di quella lingua parlata dagli Ebrei dell’Europa Orientale.
Il duo, che ha raggiunto una grande intesa artistica e ha assunto il nome di Farlibeduo (“perché Far Libe è la cifra connotative del progetto”), presenterà “Mirazh” al pubblico barese il 30 novembre al Teatro Forma. Per l’occasione Mirko ha annunciato una chicca: in un brano Giovanni Chiapparino, tecnico del suono, ha mixato dell’elettronica; è qualcosa di difficile da portare in concerto, ma la sera del 30 sarà possibile, e forse rimarrà un fatto unico.
E’ stata anche proiettata la registrazione in studio di “Armilla”, nona traccia del cd, ma lasciamo che rimanga un’anticipazione per addetti ai lavori e lasciamo a chi legge l’attesa e il piacere di scoprire e giudicare di persona.
Foto di Gianfranco Morisco