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La cucina italiana è donna: lo rivela la nuova Guida Michelin 2015, in uscita domani, che premia con la sua celebre stella 47 donne chef che lavorano in Italia su un totale di 110 stellate in tutto il mondo.
L’edizione italiana numero 60 della pubblicazione gastronomica per antonomasia, presentata ieri a Milano, segna questo primato ma anche due conferme: gli 8 ristoranti a tre stelle del 2014 che mantengono anche nel 2015 il più alto riconoscimento critico; e il secondo posto della ristorazione italiana fra le guide internazionali, con 332 locali stellati.
Non mancano tuttavia le novità, con 2 ristoranti che guadagnano due stelle, 27 nuovi ristoranti stellati e 30 nuovi Bib Gourmand. I due locali che passano alle due stelle sono ‘Il Piccolo Principe di Giuseppe Mancino a Viareggio (Lucca) e la Taverna Estia di Francesco e Armando Sposito a Brusciano (Napoli). Arrivano così a 29 gli esercizi che – secondo la definizione tradizionale – "meritano una deviazione". Nonostante la lusinghiera statistica sulla parità di genere in cucina, solo una chef donna compare fra i cuochi dei 27 nuovi locali stellati della Guida 2015: si tratta di Ilaria Di Marco, alla guida di Le Tre Lune di Calenzano (Firenze) con Matteo Lorenzini e Tommaso Verni. Le novità dell’anno testimoniano però il rinnovamento della tradizione culinaria nostrana, con 11 chef under 35 premiati da Michelin. Fra le altre new entry del 2015 spiccano la Macelleria Damini di Arzignano (Vicenza), il giapponese Iyo a Milano, L’Imbuto di Lucca, Berton a Milano e Del Campo a Torino.
"Non possiamo fabbricare le stelle – ha detto a margine Michael Ellis, direttore internazionale delle Guide – ma l’Italia resta una delle destinazioni gastronomiche più dinamiche al mondo". A dimostrarlo non solo i ristoranti di lusso, ma anche i 296 Bib Gourmand, locali che propongono menu completi a meno di 30/35 euro.
Ma l’attenzione ai prezzi si diffonde anche nei luoghi più rinomati: sono infatti 16 gli stellati a presentare menu a meno di 25 euro. Fra le regioni più premiate dalla Guida si conferma al primo posto la Lombardia, con 58 ristoranti (2 tre stelle, 6 due stelle, 50 stelle). Segue il Piemonte con 39 ristoranti segnalati, ma spiccano anche la Toscana e la Campania, che primeggiano per new entry. Roma e Napoli scalzano inoltre Bolzano dal posto di provincia con più ristoranti stellati (20 in totale per i due capoluoghi). Fra i bocciati della Guida 2015 Il Rigoletto di Reggiolo (già due stelle, ora escluso), Il Desco di Verona e Il Pellicano di Porto Ercole (da due a una stella), mentre altri 23 ristoranti perdono l’unica stella, 7 dei quali per cessata attività.
Accanto alla guida tradizionale, Michelin lancia quest’anno anche un’app gratuita: disponibile dal 7 novembre per iOS e Android, l’applicazione conterrà tutti i riferimenti e le recensioni dei ristoranti segnalati nel 2015, e permetterà agli utenti di lasciare commenti personali, caricare foto della propria cena e condividere sui social network le proprie esperienze.
Nelle foto di Eleonora Gagliano Candela gli chef premiati intervenuti durante la presentazione della Guida Michelin 2015 e Michael Ellis, direttore internazionale delle Guide