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Una storia d’amore racchiusa all’interno di un’immaginaria bolla di vetro infrangibile, immortalata su una spoglia scenografia sul cui fondale ombre umane si duplicano, circondate da architetture di luci intermittenti.
Questo il nucleo di “Cascas d’OvO (Eggshell)”, lo spettacolo andato in scena all’Arena del Sole di Bologna, nell’ambito della Dodicesima Edizione del Festival Internazionale Gender Bender 2014, a Bologna dal 25 ottobre al prossimo 2 novembre. Anche quest’anno la rassegna prodotta dal Cassero lgbt center , presenta una lineup ricca e variegata, all’insegna dell’arte, del cinema e della performance live in ogni sua forma.
Lo spettacolo con la regia, luci, coreografia e costumi di Lander Patrick, artista portoghese di origine brasiliana, ha anche vinto il secondo premio al No ballet International Choreografy Competition in Germania. Prodotto da Clara Antures e in coproduzione con il Festival Materiais Diversas è presentato in prima nazionale nella cornice di questo Festival, sempre più affermato e radicato nel contesto culturale bolognese, di respiro cosmopolita e spirito d’avanguardia.
Sulla scena due performers bendati (Patrick e Jonas Lopes), circondati da ovuli disposti sul palco che vengono pestati interamente fino alla loro fine definitiva. La fine segna un cambiamento, un incontro tra i due danz-attori, la rinascita di una trama di relazioni che da fisica si fa eterea e sempre più incontaminata.
Il ritmo della scena è scandito dal ritmo dell’azione e dallo scambio e il rimbalzo di gesti e contro-gesti. Si esplica in una coreografia dove gli attori sembrano specchiarsi senza vedersi, simmetrie in movimento si susseguono in un gioco o sfida dove il tempo cresce per gradi e il contatto tra i corpi si fa sempre più fitto e avvincente. Non mancano delle note di ilarità, durante le quali il pubblico sorride, divertito dalle pose assunte dai due artisti e eseguite con maestria. I due amanti diventano emanazione replicata di sé stessi nella proiezione moltiplicata delle loro ombre sull’inquadratura. Un rapporto di equilibri e disequilibri, un perdersi e ritrovarsi, un continuo trasfert che gradualmente diventa trasposizione su oggetti, come un palloncino a forma di cuore o una sigaretta, fino alla smaterializzazione totale dell’emozione.
“Cascas d’OvO (Eggshell)” esprime l’idea del mettersi a nudo, della rinuncia di sé nell’altro, anche quando la routine irrompe sulla scena sottoforma di performers-icone di disturbo, un fotografo, un giardiniere, un giocatore di pallacanestro… per i quali l’idillio si dovrebbe interrompere. I due continuano a stare uniti, in un abbraccio danzante.
Una conclusione dai toni quasi fiabeschi con la piccola parentesi del disincanto.