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Fra le pieghe della Jungfrau Region, Mürren arroccata su un costone roccioso alle falde dello Schilthorn, fu testimone di una pagina misconosciuta della storia italiana del ‘900. Durante la seconda Guerra Mondiale, dal settembre 1943 all’aprile 1945, il minuscolo villaggio accolse un migliaio di ufficiali italiani che avevano lasciato l’Italia dopo l’Armistizio.
La convivenza fra residenti e internati non fu sempre facile. Fu però costruttiva e dopo le iniziali diffidenze, piccole ribellioni risolte con buon senso, Mürren divenne una fucina di incontri, un atelier culturale, un luogo dove – seppure in un momento delicato per tutta Europa – iniziarono a prendere forma quei sogni e quelle relazioni che avrebbero segnato il destino e la professione di molti internati.
I testi riportati riassumono alcuni fatti di quegli anni e includono brani di lettere, verbali, relazioni, articoli tratti da giornali dell”epoca. Note che fungono da complemento alle immagini esposte nelle vetrine del “MINIMUSEUM” di Mürren fino al prossimo novembre, secondo diverse tematiche (www.minimuseummurren.ch)
Gli Italiani (1)
Dal settembre 1943 al luglio 1945, Mürren (all’epoca 300 abitanti circa n.d.r) accolse nel cosiddetto ‘Mürren Camp” circa 1.000 giovani ufficiali italiani. Considerato il più grande campo di internamento della Svizzera, fra gli internati – in gran parte intellettuali di sinistra – molti venivano da Milano e Brescia ma numerosi erano anche i toscani.
Il 19 gennaio del 1943, l’ Oberländisches Volksblatt, così riportava “I campi di concentramento si riempiono. Un’ondata di arresti sta dilagando in tutta Europa’” . Di lì a pochi mesi, il 9 settembre 1943, il quotidiano bernese così sintetizzava la situazione: ‘L’Italia si arrende incondizionatamente il 03 …. Settembre (…) armistizio firmato con gli Alleati … (….) la Wehrmacht tedesca occupa l’Italia … “
Gli articoli 5 e 13 delle Convenzioni dell’Aia del 1907, in tempo di guerra, autorizzavano gli internamenti in Svizzera. Dal momento che l’esercito italiano – dopo l’Armistizio – non era giuridicamente in guerra, gli internati italiani figuravano sotto la nuova designazione «rifugiati militari ‘.
Il Dipartimento militare elvetico istituì così una “Commissione Federale per la l’Internamento e l’ospedalizzazione”.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, fino al 1945, 238 milioni di Franchi Svizzeri furono destinati al sostegno dei rifugiati (inclusi 63 milioni di Franchi provenienti da donazioni private). Per la popolazione elvetica, significò una spesa media di circa 55 CHF / pro capite.
Gli Inglesi (1)
Prima degli Italiani, dal maggio 1916 al maggio 1919, il “Mürren Camp” accolse 837 inglesi, feriti sul fronte della Prima Guerra Mondiale. Le cronache indicavano, con precisione che fra loro vi erano 43 ufficiali, 794 fra sottufficiali e soldati e 3 civili.
L’ Oberländisches Volksblatt, il 25.01.1918, così riportava’… Per l’accoglienza ed il mantenimento degli internati, i Paesi stranieri rimborsano alla Svizzera circa 5 milioni di CHF al mese.
Nel 1917, esce per la prima volta a Mürren, il periodico ‘British Interned Magazine” con l’intestazione ‘Interned Bim’.
L’ Organizzazione del Campo (2)
Per accogliere gli internati, il ‘Grand-Hôtel/Kurhaus’ dovette provvedere ad implementare strutture e dotazioni: camere d’albergo, impianti cucina per 300 persone, studi e spazi per il lavoro (falegnameria, fabbro, calzoleria, sartoria, stireria). La struttura era concessa per 440 Franchi Svizzeri al giorno più 0,20 cent. a notte per ogni letto utilizzato. L’hotel provvedeva, oltre agli altri servizi, anche a fornire un autista, meccanici ed elettricisti.
Dati tratti da un Protocollo del Parlamento Cantonale, del 7 settembre 1944:
“Gli internati sono ospitati nel Kurhaus di Mürren. Il Comune rinuncia a metà della tassa di brevetto della Società Kurhaus”.
Da una lettera dei cittadini di Mürren indirizzata al Colonnello Bäschlin (5 giugno 1944), iniziarono a emergere episodi di una convivenza fra residenti ed internati non sempre facile….. “Per quanto riguarda lo spazio di movimento (…) a differenza dei precedenti internamenti (….). Non è raro che intraprendano tour alpini o viaggi non autorizzati a Berna o in altre città (…) o che facciano visita alle ragazze di Mürren (…) o che spesso vadano in giro per i prati completamente nudi "
“Si scopre che la maggior parte delle denunce sono fondate (come ad esempio quella relativa al nudismo ), ” (…) Il comandante del campo cerca di mettere ordine. Una gran parte della popolazione Mürren è consapevole dell’importanza economica degli internati (…) qualsiasi comportamento scorretto di singoli cittadini è deplorato ", estratto di una lettera del sindaco A. Huggler al luogotenente Colonello Rudolf, 23 agosto 1944.
“ Cambiare le regole dell’affitto degli hotel a Mürren (…) in modo che gli alberghi siano pieni (…), ma solo i letti occupati siano da pagare …. " dalla lettera del luogotenente colonnello Zeller, Commissario Federale per l’Internamento e l’Ospedalizzazione , 22 febbraio 1945.
E in un rapporto di controllo del campo, un’altra scoperta……,’11 giugno 1945” Durante una ispezione nel seminterrato del Grand Hôtel”, è stato scoperto un casinò segreto nel quartieri degli ufficiali Italiani “.
Regione inglese Mürren (3)
Durante la Prima Guerra Mondiale, il Cantone di Berna individuò sul suo territorio 5 aree di internamento. La regione Oberland Bernese C, nota anche come “regione inglese di Mürren”, era la terza e il suo comando venne affidato al capitano Llopard , già ufficiale medico e dottore del villaggio. In un reparto di fisioterapia, Llopard trattava fino a 200 ferite di guerra al giorno.
Per alcune settimane, la Croce Rossa organizzò circa 1600 visite di mogli e madri dei soldati inglesi. Una scelta terapeutica benefica: ‘motivo che è stato di positivo effetto sul miglioramento della salute ‘. Per molti, una svolta di vita. Fra questi, l’ internato inglese Edward Varley che sposò Anna Huggler, nativa del posto. La famiglia vive tuttora a Mürren.
Cineclub (4)
A Mürren fu scritto il prologo di una grande pagina del cinema italiano. Dino Risi, Giorgio Strehler e Franco Brusati, durante il loro internamento, diedero vita ad un sogno comune e fondarono un Cineclub. Qui Dino Risi incontrò anche la sua futura moglie, Claudia Mosca, figlia del medico del campo e del villaggio. Per Risi, che all’epoca ancora non aveva intrapreso la carriera cinematografica, il periodo trascorso a Mürren fu molto significativo. Al punto che per sua volontà testamentaria, alla sua morte (giugno 2008) le ceneri furono sparse dalla famiglia sulle alture di Mürren. "Mürren, per mio padre, segnò una sorta d’inizio ", dice il figlio Claudio Risi, "fu una radice della sua esistenza.».
Risi, nato in una famiglia socialista, era alla ricerca di un modo per sfuggire alla guerra. L’epatite virale gli evitò la partenza per il fronte russo.
Così il regista ricordò, in varie annotazioni, i mesi trascorsi a Mürren "Ho condiviso la mia stanza con alcuni amici, destinati a divenire poi famosi: Giorgio Strehler (direttore, regista teatrale); Franco Brusati (regista e drammaturgo); Livio Garzanti (scrittore e giornalista); Ugo Barzini (Diplomatico)……
“Nel mese di settembre ha cominciato a nevicare. Quasi ogni notte siamo stati svegliati dal rombo minaccioso degli aerei anglo-americani in missione, pronti a bombardare Milano, Torino e Genova. Un boato che suscitava in noi paura e un senso di rimorso.(…..) Il comandante del campo è stato poi arrestato accusato di essersi arricchito gonfiando le spese “.
Un magazzino in Miniatura (5)
‘Trovo giusto risolvere il conflitto con i negozi locali, con l’istituzione di una Commissione situata a Mürren ….’, scriveva il Sindaco A. Huggler al tenente colonnello. Rudolf, il 23 agosto 1944. Una dichiarazione che faceva seguito alle proteste dovute ad una alimentazione ripetitiva e poco vicina ai gusti italici!!!
Sciopero della fame (5)
Il 5 marzo del 1945, alle 12.15 venne indetta una protesta collettiva contro la monotonia del cibo al campo: solo patate e niente pasta! Due ore dopo, il Capitano Martinelli fu informato al Palace Hotel dell’esistenza di lettere anonime che minacciavano rappresaglie verso gli ufficiali del campo e la sua stessa famiglia se non fossero stati presi provvedimenti. Lapidaria la sua risposta ‘A Mürren, le attività politiche sono vietate. Professori civili impegnati in propaganda politica e agitazioni sociali, devono rinunciare al loro incarico.’ Tratto da ‘Première démonstration collective qui à eux lieu à Mürren, le 05.03.19445.’
La Colonia italiana (6)
‘Molti internati italiani utilizzano illegalmente gli impianti di risalita, senza pagare la corsa” lettera della Società degli impianti di risalita Mürren AG al comandante del campo, 14.01.1944
‘In merito alla partecipazione degli internati alla discesa libera in programma a Mürren nel 1944, viene loro confermata la possibilità di disputare la gara a condizione che essi stessi stipulino a proprie spese una assicurazione personale contro gli infortuni, analoga a quella richiesta agli iscritti civili e valida per tutta la durata della gara di sci”, da una comunicazione al comandante del Campo, inviata dalla’ Agenzia generale per l’nternamento e l’ospedalizzazione, 09.03.1944
A Zeno Colò, internato al campo, non parve vero. Partecipò alla gara del Lauberhorn sotto il nome di ‘Blitz’ aggiudicandosi la prova in un clima di…..italica euforia. Così scriveva l’ Oberländisches Volksblatt, il 22.01.1945(…) “Tra le fila di spettatori, numerosi i rappresentanti della colonia italiana …, hanno mostrato autentico temperamento latino”
‘Lo studio universitario’ (7)
Il “Fondo Europeo di Sostegno agli Studenti (FESE) inviò 1.400 questionari a tutti gli internati del campo italiano. 500 di loro furono selezionati da una commissione di esaminatori ed avviati allo studio. La facoltà fu istituita da maggio 1944 al maggio 1945, e la sessione di esami programmata tra il 15 gennaio al 6 aprile 1945.
218 studenti e 100 uditori volontari vennero così seguiti da professori italiani, alcuni dei quali rifugiati civili.
Fra questi, Diego Valeri, professore di lingua e letteratura francese fino al 1939, e dopo l’arresto di Mussolini, nel 1943, direttore del quotidiano veneto ‘Il Gazzettino’. Dopo L’8 Settembre 1943 emigrò in Svizzera, dove ha lavorato come giornalista e traduttore. Insieme ad altri antifascisti, organizzò a Mürren una sorta di Universitàper gli esuli.
Dopo la guerra fu nominato sovrintendente per l’arte di Venezia, dove si trasferì e fu anche eletto nel Consiglio comunale.
Il capitano Martinelli, comandante svizzero del campo, fu così nominato anche responsabile del Campus Universitario.
L’Ispettorato dell’Università di Berna scelse Lanzillo Agostino (1886-1972, docente e giornalista) come responsabile di questo esperimento culturale.
Oltre ai corsi speciali di lingua, furono istituite tre facoltà (Giurisprudenza, Letteratura, Economia). Fra i docenti, molti nomi destinati a segnare la storia d’Italia degli anni a venire. Primo fra tutti Amintore Fanfani.
Con i suoi 23 corsi Mürren fu anche vivaio di studenti che poi hanno proseguito regolari studi universitari.
Le forniture di libri erano garantita da biblioteche universitarie, l’Art Collection di Wengen e la “Kunstverein Winterthur “
Gli incontri letterari della domenica, gli spettacoli teatrali e i concerti per gli internati, i erano seguiti con interesse anche da turisti e gente del posto. Un diversivo dettato dalla storia che per molti aprì gli orizzonti di un nuovo futuro in tempo di pace.