Tempo di lettura: 7 minuti
Autentica, ordinata ed ecosostenibile. Cagliari è una città dalla bellezza vera, ricca di storia e di tradizioni millenarie che resistono più facilmente alle insidie della modernità grazie all’orgogliosa essenza isolana della Sardegna (di cui è capoluogo con 150mila abitanti). Una consapevolezza che si percepisce fin dall’arrivo all’aeroporto Mameli (a cinque minuti di treno dal centro).Organizzazione e civiltà sono confermate anche dall’efficiente servizio di trasporto pubblico urbano, l’unicoitaliano premiato in una competizione sulla mobilità urbana in Europa.
Affacciata su un golfo che la risparmia spesso al tipico vento isolano, Cagliari è stata a lungo crocevia di pensatori ed artisti. Basti pensare a Grazia Deledda, Gabriele d’Annunzio,D.H. Lawrence e Salvatore Quasimodo, che fino a qualche ventennio fa si intrattenevano nell’Antico Caffè 1855, in piazza Costituzione, ai piedi del monumentale Bastione di Saint Remy. In un ambiente che sa di storia o nel delizioso patio, potrete assaggiare un ottimo caffè accompagnato da uno dei tanti dolci sardi, a cominciare dapardula (cestino ripieno di ricotta, buccia d’arancia e zafferano) e sebadas (pasta sfoglia fritta con ricotta e miele sardo amaro). Una squisitezza (www.anticocaffe1855.it).
Dopo aver “ricaricato le pile” spingetevi lungo il terrapieno del ‘700, dove le passeggiate delle signore di un tempo erano accompagnate dalla musica delle orchestrine, ed ammirate la via sottostante impreziosita da bellissimi graffiti, fino ai ritrovati giardini sotto le mura (che sono valsi a Cagliari il premio nazionale “Città per il verde 2014”). Dalle pendenze, capirete che è una città costruita sulle colline (sette, per l’esattezza), e dalle foglie cadute in autunno o dalla frescura dell’ombra in estate, che è un orto botanico urbano di rara bellezza: tra jacaranda, ortensia, fittolacco e ficus retusa, fanno sfoggio le opere di Pinuccio Sciola, celebre scultore cagliaritano. Di lui, il grande architetto Renzo Piano ha detto: “C’è un patto tra Pinuccio Sciola e le pietre di Sardegna, tanto è vero che assomigliano l’uno alle altre come due gocce d’acqua. Deve essere la ragione per cui le pietre si lasciano fare di tutto da lui: tagliare, perforare, frammentare. Riesce persino a farle suonare”.
A lui, dalla lunga e prestigiosa carriera in tutto il mondo, è stata affidata la monumentale scenografia dell’operadi Giacomo Puccini “Turandot”(regia Pier Francesco Maestrini), in scena al Teatro Lirico di Cagliari fino al 16 agosto (www.teatroliricodicagliari.it). E’ il primo esempio al mondo di opera interattiva: il pubblico potrà collegarsi sui profili social del teatro e guardare live attraverso i Google Glass dei protagonisti sul palco e dietro le quinte.
A Cagliari la musica pervade le strade e le piazze fino a notte fonda: ilbastione di Saint Remy, da dove si può spingere lo sguardo sul golfo illuminato o alzarlo per accorgersi del passaggio dei fenicotteri, si trasforma d’estate in una milonga sotto le stelle dove gli appassionati “tangueros" cagliaritani volteggiano al ritmo passionale della musica argentina. Le note si diffondono su tutta la piazza: tra gli artigiani locali e le loro opere e tra giovani che sorseggiano drink freschi nei cafè intorno. Un luogo magico, dove ogni sera è diversa dall’altra.
Il rapporto dei cagliaritani con la fede è molto intenso e contraddittorio. Basti pensare che il Santo Patrono è Saturno, anche se quello più celebrato (pur non essendoci alcuna certezza sia davvero esistito) è Efisio. Se sentite all’improvviso un piatto infrangersi per terra (gesto di forte evocazione sessuale), siete vicini ad una chiesa dove si sta per celebrare un matrimonio. Entrate nella cattedrale di Santa Maria del 1250 e scendete nella cripta di marmi policromi: il soffitto è ricoperto di 584 rosoni ed i muri di 179 edicole dedicate ad altrettanti martiri. Da far girare la testa.
Nella stessa piazza, anche l’antico municipio, che ospita fino al 2 novembre la mostra “Ricucire il mondo” dedicata a Maria Lai, artista sarda del Novecento, la cui arte è passata alla storia per la commistione tra i generi (disegni, tempere, paesaggi, terrecotte, pani, presepi) e per l’utilizzo di fili e telai. L’opera prima è “Legarsi alla montagna” realizzata a Ulassai, paese natale, nel 1981, con la collaborazione di tutta la popolazione e “l’avvolgimento” dell’intero abitato. Una performance artistica testimoniata da un documentario d’archivio particolarmente interessante. Di sicuro impatto emozionale anche il presepe della Lai, allestito con effetto optical da Claudia Losi e Antonio Marras.
Poco distante, nel museo archeologico, la spettacolare mostra Mostra dei Giganti di Monte Prama:28 statue alte 2 metri rinvenute in frammenti (poi ricomposti) nell’Heroon di Monte Prama, area funeraria e monumentale di straordinario valore per numero, particolarità dei reperti e significato culturale per tutta la zona geografica compresa tra la Grecia e l’Atlantico. Era qui che gli abitanti dei nuraghi (costruzioni megalitiche tipiche della Sardegna, alte fino a 30 mt) celebravano gli antenati-eroi attraverso l’esaltazione delle loro potenza e grandezza. Un’ulteriore conferma che questa regione è il museo a cielo aperto più grande d’Europa.
Percorrete a piedi il quartiere di Castellofin giù, a piazza Yenne. Fu tra i primiad essere bombardato nella seconda guerra mondiale. Le case delle famiglie nobili, andate distrutte ed abbandonate, poi popolate dai senza tetto, rivivono una stagione nuova dall’atmosfera bohemien. Merito di studenti, architetti e giovani artisti che le hanno ristrutturate e rivissute.
E’ qui che si concentra la movida cagliaritana. I ragazzi sorseggiano la birra localeIchnusa sulla scalinata di Santa Chiara (la Sardegna è la prima regione italiana per consumo di birra pro capite) oppure ai tavoli di Bolpetta, il ristorante in stile minimal ed industrial design, dove assaggiare qualsiasi tipo di polpetta (anche quella vegetariana). Ambiente intellettuale e radical chic al Cafè Savoia, specie durante il Marina Cafè Noir, festival di letteratura noir ogni settembre a Cagliari, quando diventa il ritrovo di scrittori e giornalisti. Nella stessa deliziosa piazzetta, anche Stefino, una delle gelaterie migliori della città con gusti realizzati artigianalmente con ingredienti equosolidali provenienti da tutto il mondo. Stesso spirito globetrotter anche per Il Suq, fornitissimo negozio conaromi, spezie, infusi, tè ed alimentari da ogni parte del mondo. Esporta ovunque, invece, specie ai tanti sardi emigrati all’estero, il negozio di abbigliamento tradizionale Bistimentas. I tessuti della storia vengono rivisitati secondo un gusto contemporaneo. Risultato fedele all’originale e appetibile ai giorni nostri.
A fare da spartiacque tra il rione di Castello e quello di Villanova, un elegante viale alberato. E’ qui tra che sorge l’hotel 4 stelle Regina Margherita, strategico nella posizione, lussuoso al punto giusto sia per il viaggiatore di piacere che per quello business. Le camere spaziose ed elegantemente arredate, offrono pregiata biancheria da letto e da bagno e doccia con idromassaggio. Sobrie e funzionali, richiamano anche lo stile della lounge bar (impreziosita con pezzi di modernariato del nord Europa) e della breakfast room (dove gustare dolci artigianali di ottima fattura). www.hotelreginamargherita.com
Di fronte, due boutique molto chic. Al n.63, Intrecci, un laboratorio avanguardista e di gran classe con creazioni tessili, abiti, ceramiche, complementi d’arredo, gioielli e tanti altri prodotti realizzati da artigiani ed artisti sardi. Al n. 83 l’enoteca Biondi, con un’ampia varietà splendidamente esposta delle eccellenze sarde (e non solo) dell’enogastronomia. Rimanendo in tema enogastronomico, non si può non fermarsi al vicino Bistrot Fork dove lo chef Stefano Deidda (32 anni, cagliaritano, insegnante all’Accademia di Gualtiero Marchesi, www.stefanodeidda.it) propone piatti “avanguardisti” (come ama definirli lui stesso). Da non perdere l’illusione di pomodoro e mozzarella ed il tomino alla piastra con mandorle tostate ed insalata, innaffiati con un Karmis Bianco Tharros.
Dalla sponda opposta a Castello sorge il tranquillo quartiere di Villanova, i cui abitanti, dopo la chiusura al traffico delle vie centrali, si sono rimpossessati degli spazi, decorando gli ingressi delle proprie abitazioni (prevalentemente indipendenti o di pochi piani) con piante di ogni tipo. Giardini urbani privati dai colori sgargianti e dai profumi che si mescolano a quelli di bontà fatte in casa, con ingredienti a km zero e sfusi, acquistati nella bottega “a Sant’Antiga”. E’ qui, tra atelier di abiti da sposa esclusivi e di grandi firme della moda, che ci si può fermare al Villanova Cafè Bistrò per sorseggiare una refrigerante cedrata artigianale o per cenare nel patio (ovviamente fiorito) sulle note di arpa e pianoforte. Le amanti delle borse devono assolutamente toccare con mano le creazioni “C+C” di Carlo Budroni: pezzi di orbace di colori diversi assemblati per creare decorazioni floreali ed astratte, impreziosite da bottoni in tessuto ed in smalto. Accessori unici, ai quali abbinare anche splendidi cuscini. Altro luogo significativo, il laboratorio O.P.I. (Ognuno può inventare), dove Bonifacio Luisi vi spiegherà come ha realizzato la splendida maxi riproduzione di Cagliari in ceramica: 4.40 mt x 1.20 mt.
E, infine, la Cagliari del mare. Quando in estate la città sembra deserta, non ci sono dubbi: la gente non è in casa, è al Poetto, la principale spiaggia di Cagliari lunga otto chilometri, dalla Sella del Diavolo sino a Quartu Sant’Elena. Di giorno un susseguirsi di lidi, chioschi e spiaggia libera. Di sera, musica dal vivo e ristoranti in riva al mare. Tra questi, lo storico “Dal Corsaro” a Marina Piccola, dove dal 1962 (prima ancora della costruzione del porticciolo turistico) si possono assaggiare squisiti flan al formaggio, spaghettoni di Gragnano alle vongole e frittura di pesce (www.dalcorsaroalmare.it).
A pochi chilometri il silenzio del Parco Naturale del Molentargius e delle vicine saline, habitat sceltoogni anno da migliaia di splendidi fenicotteri rosa per la nidificazione, ed il misticismo del Santuario di Nostra Signora di Bonaria. E’ qui custodita la cassa con la statua della Madonna gettata da una nave spagnola durante una tempesta ed arrivata fino alla costa cagliaritana. Diventata Santa Protettrice dei marinai, a Nostra Signora di Bonaria fu anche intitolata la capitale dell’Argentina (Buenos Aires) raggiunta, nonostante le intemperie, dai naviganti europei. Dal soffitto della chiesa, già visitata da Papa Francesco, pende una navicella d’avorio che, anche al chiuso, riesce sempre a indicare la direzione del vento.
Anche la fede a Cagliari profuma di mare.
Info: www.sardegnasud.it
Foto di Victor Liotine