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Nonostante che il mondo si ostini a relegare la Repubblica Ceca in un immaginario legato solo alla tradizione e all’esaltazione del passato, un occhio attento può rintracciare ovunque nel Paese tracce di un’anima protesa verso il futuro, da sempre. In ogni epoca, il popolo ceco ha dimostrato di saper guardare avanti, anche in maniera lungimirante, se non addirittura rivoluzionaria. Dall’architettura all’industria, dai presidi tecnologici ai musei della scienza e della tecnica, dai trasporti pubblici alla città ideale di Bat’a, quello del territorio ceco è un volto moderno, a tratti avveniristico.

Oggi è archeologia industriale, ieri era già futuro

Fuori dai tradizionali circuiti turistici, c’è una Repubblica Ceca tutta da scoprire, fatta di sudore, ingegno, tradizione, avventura e orgoglio. Itinerari poco noti e insoliti, conducono là dove le tracce della Cechia operosa parlano di lavoro, fatica, nuove sperimentazioni, intuizioni brillanti e vere e proprie rivoluzioni fatte senza armi ma con menti illuminate e lungimiranti.

In un Paese dai mille volti e dalle infinite risorse, archeologia industriale non può significare solo fabbriche, stabilimenti e ciminiere; i monumenti tecnologici non possono essere solo centrali elettriche e gasometri. Nei secoli, la cooperazione vincente tra braccia e cervello ha lasciato sul suolo ceco testimonianze uniche di come l’uomo abbia saputo sfruttare, sfidare, valorizzare, trasformare e difendere la sua terra. Dai canali d’irrigazione ai viadotti ferroviari, dalle torri panoramiche alle miniere, dai forti di guerra ai mulini, dall’artigianato all’industria, tutto in Repubblica Ceca è motivo di ammirazione. E di turismo. Un turismo impegnato (ma non troppo, a misura anche di bambino) alla scoperta di come si faceva, come si viveva, come si risolveva, come si viaggiava, come si lavorava, come si costruiva, in passato, fino a gettare uno sguardo sul futuro con siti all’avanguardia e installazioni avveniristiche.

Viaggio senza sosta, verso il domani. Partenza da Praga.

Praga città storica ha in realtà un fiero volto moderno. La Praga che rompe con il passato, non lo rinnega ma nemmeno lo rimpiange nel suo slancio verso il futuro, dopo le ultime declinazioni del funzionalismo si affaccia alla seconda metà del XX secolo con nuove architetture, sempre avveniristiche. Edifici moderni che nella ricerca di linee pulite e nell’abolizione del superfluo e del decoro si fanno austeri, solenni, indipendentemente dalla loro funzione. E’ il realismo socialista dell’Hotel Crowne Plaza, che richiama i grattacieli moscoviti degli anni Trenta e Cinquanta, del Planetario dalle forme classiciste ed essenziali, dell’Hotel Jalta realizzato dall’architetto funzionalista Tenzer adattatosi alla dottrina politica del momento e di molti altri monumenti improntati al regime. E’ poi il turno dello stile internazionale e del tardo-modernismo che regalano a Praga, e al mondo intero, numerosi esemplari di architettura moderna che si attiene rigorosamente alle geometrie e alle proporzioni, ma arriva comunque a concedersi qualche “colpo di testa” e a rompere gli schemi, come nell’edificio Nationale-Nederlande, meglio noto come “la Casa Danzante”. La sua inconfondibile facciata perde rigidità e sembra mossa da un fremito, tanto che qualcuno in questa plasticità vede il ballo di Ginger e Fred. L’edificio, sovrastato da una cupola trasparente in filo metallico, ricorda certa architettura viennese e, accanto a quella degli architetti locali, porta la firma illustre dell’americano Frank O. Ghery.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.