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Dopo aver composto le musiche per lo spettacolo itinerante “Voci nel Deserto”, siglato la colonna sonora della tappa di “Ferite a Morte”al Teatro Petruzzelli, calcato il piccolo schermo accanto a Serena Dandini ed il palco con Paolo Belli, Tuppi prosegue sulla scena con l’album Greatesthitz, un concentrato multivitaminico di suoni “antichi” e temi moderni, lungo una carriera.
Quattordici brani inediti che fotografano il percorso del poliedrico artista nelle sue mirabolanti e spesso inaspettate evoluzioni e che dimostrano come il suo slancio sia rimasto immutato nel tempo.
Quando un dj di pura scuola hip hop incontra la melodia italiana, il risultato è un disco scoppiettante e colorato, capace di miscelare narrazione cantata e rappata, strutture ritmiche antitetiche dove la manipolazione del suono regala espressione ed essenzialità lontano dalla tentazione di sterili virtuosismi. Tuppi usa il microfono per rappare e cantare, le mani per scratchare e dirigere una band di suonatori di ottoni, funambolici rappers e malati di musica, pronti a lasciare tutto per seguire il flow.
Le sue canzoni sono la risposta caustica a questi tempi di incertezze esistenziali e politici impresentabili. Sono la sintesi di parole che fanno rima con precarietà, Italia, funk, tasse, casse, joint, buste, sbarroni, sviste e Berlusconi. A dispetto di questa dimensione meditata, dove a contare è solo la scrittura e la forza espressiva, il lavoro di Tuppi è cool, un’architettura di divertimento scanzonato ed ironico che punta all’irriverenza.
Dalle strade al mainstream, con un piede sull’asfalto e l’altro sui sofa negli studi vellutati della tv, la vita di un dj hip hop non potrà mai essere scontata e lineare, inquadrabile in categorie utili a scaffali di negozi.
Greatesthitz è la voce di un b.boy degli anni Novanta, partito dagli angoli bui di Bari affollati da hip hoppers, e arrivato a ‘Viva Radio 2’ dal monumentale Fiorello, che rivendica il sacrosanto diritto al party.
È la raccolta rap e riccioluta dell’intrattenitore con la bocca al microfono, una mano sul piatto e l’altra sul cuore, che canta commosso l’inno internazionale del funk.
L’uscita del disco sarà accompagnata dal primo singolo “VOCE DEL VERBO PRECARIO”: essere precario è una scelta di vita. In rotazione in tutte le radio.
TRACKLIST
1. Egocentrista EGOCENTRISTA
2. Luogo Comune Feat. Papaceccio
3. Voce del Verbo Precario
4. Tu M Fasce Assì Matt
5. La Sfiga
6. Lasciateci Suonare Feat. Reverendo
7. A me piace il funk! Feat. P- Funking Band
8. Il Jugglin’ di Mameli
9. Mondo Trash
10. Ponte Milvio
11. Suor Giovanarda Feat. Ugo Dighero
12. Sto fuori
13. Se Solo Feat. Faraualla
14. Ispirato Style Feat. Papaceccio, Torto O.G., Gaetano Partipilo, Daniele Monterosi