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Debutto da regista per il noto e amato Dustin Hoffman, con una divertente commedia americana, celata sotto un elegante e raffinato stile inglese, come le campagne nelle quali è ambientata.
Quartet racconta della reunion di un quartetto di cantanti lirici che, dopo aver intrapreso strade diverse nella vita, si ritrovano tutti in una casa di riposo per musicisti, e riconquistano l’acclamato successo con una performance durante il galà per la raccolta fondi per la casa stessa. Per condire la storia, una serie di beghe, invidie e drammi amorosi fra gli ultra settantenni che alloggiano nella dimora, chiamata Beecham House, quasi a sottolineare che non si finisce mai di provare certi sentimenti, l’unico inghippo sono gli acciacchi e la demenza senile che rendono tutto più complicato.
Per rendere il film più di spessore, c’è uno sguardo malinconico sulla condizione della realtà degli anziani che vedono la propria vita sgretolarsi a poco a poco, specialmente quando si è stati delle star, abituati a cavalcare l’onda del successo, e ci si accorge di esser rimasti soli. Nello stesso tempo c’è un messaggio di speranza, perchè questi arzilli vecchietti riescono ancora ad avere amore e successo, e riescono nel loro faticoso impegno a tenere viva la casa di riposo, con la raccolta fondi. Di certo, tutto ciò può sembrare eroico e coraggioso, ma in fin dei conti, tutto è ambientato nello splendido scenario delle campagne inglesi, in una lussuosa abitazione, dotata di inservienti, massaggiatori e giardinieri, dove il "dramma" della condizione degli anziani, non è poi così triste! Quindi non è un messaggio che potrà dare speranza a molti anziani, anzi, sembra quasi beffardo che piova sempre e solo sul bagnato, e che chi ha vissuto sempre bene, riesca, anche in tarda età, a trovare la forza (e le possibilità) di andare avanti.
Se però la si considera una commedia all’americana, stile "storie d’amore a lieto fine", allora la si può considerare decisamente piacevole, con un bell’humour, e simpatiche gag.
Maggie Smith è come sempre meravigliosa e di un’eleganza innata, che trasmette in tutte le scene del film. Ottime interpretazioni anche da parte di Paoline Collins, Billy Connolly e Tom Courtenay.
Un po’ sprecato il ruolo senza spessore destinato a Michael Gambon, anche se simpatico nei suoi pittoreschi caftani da regista in ciabatte! La regia di Hofmann si rivela ricercata, attenta ai particolari, seppur non sorprendendo con eclatanti colpi di scena o pathos intenso.
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