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Come ci racconta Gianni Gualberto, nei preziosi libretti disponibili ad ogni concerto della rassegna Aperitivo in concerto, se si parla di Jazz, oltre i confini afro-americani, e ci si spinge verso il continente Asiatico, di sicuro il Giappone e le Filippine sono un territorio dove il jazz ha piantato le sue radici e viene seguito con fermento. In India invece, Il Jazz occupa un posto decisamente marginale. Eppure, la musica indiana ha apportato un grande contributo nella contaminazione del Jazz, del pop e del rock anglo-americano, basti pensare ad alcuni pezzi dei Beatles dove il sitar ha una parte molto importante nello sviluppo della melodia, come Norwegian Wood, Love me too, Within You Without You, o ad alcune composizioni di Coltrane, Davis, Dolphy, Brubeck e tanti altri…
Aperitivo in concerto domenica scorsa ci ha presentato un giovane ma brillante clarinettista indo-britannico, Arun Ghosh, con il gruppo Horn E Bass Quintet, il cui stile è un perfetto connubio fra Oriente ed Occidente, un miscuglio perfetto fra sonorità gitane, melodie bengalesi, hip pop inglese e Jazz. È uno stile derivante sia dal suo percorso culturale che dalla sua formazione: nato a Calcutta, allevato a Bolton, maturato musicalmente a Manchester, deve le sue radici stilistiche alla figura del noto sassofonista Joe Harriott, padre della Indo-Jazz Fusion. Il suo percorso, sempre in bilico fra la cultura indiana e occidentale, lo rende artefice di un linguaggio musicale universale, dove il ritmo e la melodia, la modernità e la tradizione si esprimono a braccetto, generando qualcosa di coinvolgente e mai scontato.
Sono uscita estremamente affascinata da questo gruppo e dalla figura di Arun, perché ritengo che quando l’ego non prende il sopravvento sull’arte e la gioia di suonare esplode sul volto di un musicista, l’energia positiva che ribolle nell’animo, viene fuori in ogni nota, invade l’aria…ed è esattamente quello che è accaduto al Teatro Manzoni ieri mattina. Si respirava, attraverso la musica, l’apertura che la multi cultura può offrire e insegnare. Accanto a lui sul palco due sassofonisti: Idris Rahman al tenore e Chris Williams al contralto. Il dialogo fra i tre difficilmente prevedeva ruoli minori, per lo più dava spazio agli assoli dei singoli o avveniva in contemporanea, ossia il suono dei tre strumenti si fondeva in un unico, energico impatto sonoro. Nelle retrovie a scandire il groove, la sezione ritmica composta da Liran Donin al contrabbasso e basso elettrico e Rastko Rasic alla batteria.
Prossimo appuntamento per Aperitivo in concerto: DJ Krush, Bill Laswell, e Bernie Worrel in Method of Defiance.
Per informazioni: www.aperitivoinconcerto.com
Foto di Mariagrazia Giove, riproduzione non consentita.
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