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Ci ha lasciati ieri a Bari l’astronomo-architetto Aldo Tavolaro, nato nel 1923, autore tra l’altro di tanti discussi studi sulle origini e le simbologie di Castel del Monte. Una personalità eclettica, che accompagnava al gusto per la ricerca esoterica la voglia di esplorare nuove ipotesi.
A questi temi aveva dedicato i suoi sforzi, esplorando l’astronomia e l’architettura attraverso messaggi reconditi. E queste ricerche erano poi culminate con pubblicazioni diverse, libri in cui Aldo Tavolaro aveva spiegato le sue teorie, come Castel del Monte, scienza e mistero in Puglia, Edizioni Giuseppe Laterza, Bari (I edizione 1998, II ristampa 2004) e Castel del Monte scrigno esoterico sempre Edizioni Giuseppe Laterza, Bari (I edizione 1991, V ristampa 2003).
Il suo «pallino» fisso era l’ottagono del castello federiciano, del quale negava assolutamente che fosse un castello di caccia «costruito per i ludi venatori dell’Imperatore o, quanto meno, un castello di difesa». Dire questo, per lui, significava «far torto alla universale genialità di Federico II di Svevia. Infatti il castello, se castello può dirsi, gronda in ogni sua parte di implicazioni astronomiche, geometriche e matematiche che ne fanno – spesso a discapito della funzionalità – un libro di pietra in cui troviamo racchiuse, in un linguaggio ovviamente “in superioribus”, le tappe raggiunte dalle discipline tecniche nell’epoca federiciana».
Secondo Tavolaro, la distribuzione spaziale sull’ottagono dei vari elementi architettonici (cortile, sale, torri, ecc.) obbediva a precise indicazioni dettate dal Sole nel suo volgere nel corso dell’anno. E la sua teoria spaziava dal selciato in cui sorge l’obelisco di piazza S. Pietro a Roma, fino a segnali dello zodiaco, con l’ingresso del Sole nei vari segni e ai cerchi concentrici che costituiscono la pianta di base del castello.
Per spiegare queste teorie, Tavolaro aveva addirittura studiato il ciclo delle ombre e dei raggi del sole nei vari periodi delle stagioni, insomma uno studio architettonico basato sull’astronomia che nel tempo gli ha permesso di elaborare la sua tesi originale.
Io personalmente seguivo i suoi studi sin da quando ero un giovane studente universitario di Scienze Politiche e grazie al mio amico Carlo Bosna, prima, ne ho conosciuto gli studi e gli approfonimenti (o come mi mancano quelle lunghe passeggiate a parlare di Federico II) e poi con gli amici di una vita Pietro Iaquinta, Francesco Calsolaro e Francesco Colella.
Buon viaggio negli Astri caro Aldo…io non ti dimenticherò mai.