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Michel Pretucciani ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del Jazz, con il suo tocco irripetibile, i suoi fraseggi e la sua energia. Per quanto piccolo fosse il suo corpo, la sua istrionica personalità di una grandezza infinita, invadeva i palchi di tutto il mondo conquistando qualsiasi ascoltatore.
Mercoledì sera al blue note di Milano il sassofonista Tommaso Starace ha portato, con il suo quartetto, un nuovo progetto discografico, Simply "Marvellous"!, che celebra il grande Petrucciani, in un’interpretazione di alcuni suoi famosissimi pezzi.
Certo è, come raccontava pochi giorni prima S.J. Morris, che, quando un pezzo è bello, lo si può reinterpretare in mille maniere diverse e con tanti strumenti differenti, ma al tempo stesso non è facile esprimere, con il fiato, il tocco di una mano dorata come quella di Petrucciani. Il risultato è stato molto al di sopra delle mie aspettative. Al fianco di Tommaso, oltre ad Attilio Zanchi al contrabbasso e Tommy Bradascio alla batteria, c’era uno dei pianisti più talentuosi della scena italiana, ossia Michele Di Toro.
Ed è stato proprio lo scambio fra i due che ha determinato la riuscita dell’interpretazione. In alcuni momenti la lettura briosa e creativa del sassofono si alternava al tocco intimo e passionale del pianoforte, in altri la modulazione romantica nasceva dalle vibrazioni dell’ottone, e un crescendo virtuoso ed energico prendeva forma e luce dalle dita saltellanti sui tasti. Il basso e la batteria stendevano la base cromatica musicale, sulla quale i due virtuosi gettavano pennellate di colore, per definire un ritratto moderno, e a tratti dal gusto americano, del grande pianista francese.
Oltre all’interpretazione dei brani di Petrucciani, Starace ci ha presentato una sua composizione ispirata allo stesso, Marvellous, che ben rappresenta la vivacità e la voglia di divertirsi propria del pianista.
Il Cd Simply "Marvellous"! è impreziosito dagli interventi di due altri grandi artisti dello scenario jazz contemporaneo, Fabrizio Bosso alla tromba e flicorno e Roger Beaujolais al vibrafono. Un prodotto estremamente piacevole e mai noioso, che alterna il ritmo e il gioco fra gli elementi del gruppo ad intimi assoli.