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Inizio dicendo subito che questo film non è stato divertente e politically scorrect quanto mi aspettassi.
Io ritengo Seth MacFarlane un genio e penso che “I Griffin” (titolo originale “Family Guy”) sia la migliore serie animata degli ultimi dieci anni, con un mix di comicità, cattiveria e cinismo pari a pochi o meglio unica. Questo tentativo di portare gli stessi “vecchi valori su cui potevi contaaaaar!” (citazione sigla de “i Griffin”) sul grande schermo non mi ha entusiasmato.
Il lavoro di computer grafica per realizzare l’ orsacchiotto Ted è notevole, non ci sono sbavature e sembra quasi di poterne toccare il morbido pelo per tutto il film. Lo sforzo di postproduzione ha sicuramente portato a sacrificare la trama, non avvincente e diversificata come MacFarlane ci ha abituato negli episodi de “i Griffin”, in cui le idee sono ogni volta più fantasiose, intrecciate e graffianti. Il film inizia con il piccolo John Bennett, bambino della provincia di Boston escluso dalla compagnia di coetanei, che riceve in regalo un orso di peluche per Natale. Lui vorrebbe un amico vero, adora il suo orsetto e desidera che lui possa prendere vita. Detto fatto, come in “Big” con Tom Hanks o semplicemente come in “Da grande” con Renato Pozzetto, il desiderio del bimbo si avvera, il miracolo avviene e l’orsacchiotto Ted prende vita. Chiaramente in questo caso nessuno tiene segreto l’avvenimento e tutto il mondo viene a sapere dell’ orso di peluche vivo, che riscuote un successo planetario, ma sempre stando accanto al suo giovane padrone.
Arrivato a 35 anni John (Mark Wahlberg) lavora in un’agenzia di noleggio automobili, è fidanzato con la bellissima Lori (Mila Kunis) che sta intraprendendo un’ ottima carriera in una multinazionale e l’orso Ted è ormai adulto, anche nella voce (prestata dallo stesso Seth MacFarlane).
I problemi sono due: Ted è un orsetto maniaco sessuale, drogato, alcolizzato e sboccato e il suo padrone non è molto da meno, rimanendo un eterno Peter Pan che perde di vista le responsabilità sul lavoro e con la fidanzata (che vorrebbe tanto ricevere una proposta di matrimonio che non arriva mai) preferendo i divertimenti smodati in compagnia del suo orsetto.
Quindi tra spinelli, birre, prostitute, cartoni animati e telefilm anni ’70 e ’80 si svolge la vita quotidiana di Ted e del suo padrone John. Ovviamente poi il film sfocerà nella crisi di John con la fidanzata, il tentativo di recuperare il rapporto, il litigio con Ted, l’abbandono e il ritrovarsi superando grandi difficoltà e avverrà addirittura il rapimento dell’ orso da parte di un papà emarginato (Giovanni Ribisi) che vuole regalarlo al proprio orribile e grasso figlio a sua volta emarginatissimo.
Il gioco di MacFarlane dura poco, giusto il tempo di procurarci alcune risate qua e là grazie alle situazioni imbarazzanti in cui Ted è protagonista assoluto. Ma a parte il linguaggio sboccato e qualche battuta carina non rimane molto, soprattutto vista la semplicità e la banalità della trama via via che ci si avvicina al finale.
Purtroppo vengono sacrificate alcune idee tipiche dell’ autore, che vediamo spesso ne “i Griffin”, come ad esempio le citazioni in chiave comica di altri film (qui ne vediamo poche) e gli spassosissimi flash-back che solitamente accompagnano i racconti di aneddoti da parte dei protagonisti (in “Ted” ce ne sono solo due o tre, ne “i Griffin” piovono a cascata).
L’autore fa parecchie autocitazioni, tipo far dire a Ted “io non ho la voce di Peter Griffin!” e inserire nel film Mila Kunis, notoriamente voce doppiatrice di Meg Griffin da sempre.
A tratti mi è sembrato l’adattamento volgare e cinico della trama de “La Carica dei 101”, con Rudy e Anita, un solo cucciolo e Crudelia De Mon interpretata da Giovanni Ribisi. Con tutto rispetto, ma preferivo i dalmata e la cattiva punk vestita di pelliccia bianca e nera.
Nota di merito per le presenze di Sam J. Jones, colui che interpretò “Flash Gordon” nell’ omonimo telefilm del 1980 e Norah Jones (in “Ted” nei ruoli di se stessi). Attenzione, dovete scovare anche un cammeo di Ryan Reynolds.
Insomma, l’ opera prima del trentanovenne MacFarlane merita la sufficienza, con l’incoraggiamento a fare meglio la prossima volta. Nel frattempo, continui pure a divertirci da morire con “i Griffin”.
Produzione: Fuzzy Door Productions, Bluegrass Films Productions e Smart Entertainment Productions
Distribuzione: Universal Pictures e Media Rights Capital
Scritto e Diretto da: Seth MacFarlane
Nei cinema italiani dal: 4 ottobre 2012