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Torre Pelosa, storico quartiere della città di Bari, per i più Torre a Mare. È qui che si apre lo scenario di un racconto che fa della denuncia un’arma a doppio taglio tra la rassegnazione e la spinta all’azione. Noi di LSDmagazine abbiamo incontrato l’autore del libro Francesco Saverio Sammarelli, al suo primo lavoro editoriale con … E vennero chiamati i conigli di Torre Pelosa (Wip Edizioni, pgg. 341, euro 15.00) .
Come è nata l’idea di scrivere un libro di questo genere?
Più che da un’idea questo libro è nato dal desiderio di comporre un testamento spirituale dettato dall’esasperazione e dalla rabbia. È un libro che narra l’avvicendarsi incontrollato e non più controllabile di una vita vissuta all’insegna di una strenua lotta con la realtà.
Chi sono i conigli di Torre Pelosa?
Con questa espressione ho voluto indicare quegli esseri spregevoli che vivono con soddisfazione la propria meschinità. Si tratta di modelli umani privi di dignità e rispetto pronti a calpestare l’altro da sé, umiliarlo, deriderlo e, finanche, ucciderlo. Purtroppo sono in molti e, per giunta, astuti.
Molti sono i personaggi che si incontrano leggendo il suo romanzo. Chi è il vero protagonista?
Chiunque può identificarsi in esso. Nel caso specifico è Frank, l’immagine salvifica che appare a Sergio pronta a tendergli la mano per risollevarlo dalle nefandezze della quotidianità. È, in altre parole, la Provvidenza o la Coscienza che ti conforta e ti sprona a combattere per non gettare a terra la spugna.Nel libro si parla di corruzione, pedofilia, violenza e malaffare.
A chi si rivolge il suo j’accuse contro la società moderna?
Principalmente a loro, ai parassiti di un sistema di farabutti che si tollera e si premia, mortificando i nostri sacrifici e offendendo la nostra dignità. E insieme ai corrotti e ai corruttori, "ai santi … di quella cattedrale di depravati e pervertiti" che celano la propria identità macchiando l’abito che indossano col sangue di quanti, e sono tanti, si sono sacrificati per la fede e per quel Dio al quale hanno fatto voto. E in secondo luogo, per quello che può servire, a coloro che nonostante l’evidenza dei fatti accettano con la rassegnazione di un gregge scannato dai lupi il “puzzo del malaffare” di cui è impregnata questa nostra società.
Da un punto di vista tecnico come è riuscito a coniugare lo stile grigio e carta bollato del documento a quello più libero e poetico del romanzo?
Ho voluto romanzare la freddezza dei fatti documentati con un linguaggio semplice e con dialoghi e termini attuali perché il lettore si sentisse protagonista di ogni singola vicenda raccontata. Di spettatori in questa società fatta di compromessi e depravazioni ce ne sono fin troppi. È arrivato il momento di reagire.“A volte sogni cose impossibili. Ma sono impossibili soltanto se non hai il coraggio di realizzarle e quando lo fai … è come se scavalchi l’arcobaleno”. Disperazione o speranza, sopraffazione o coraggio.
Qual è il suo messaggio?
Vorrei che gli uomini riscoprissero il valore autentico della vita. Vorrei che la speranza e la fiducia predominassero sul senso di vuoto e di oscurità. E vorrei che ciascuno di noi percorresse a testa alta il proprio cammino senza cedere il passo alla stanchezza e alla paura.