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Terra di contaminazioni e punto di incontro delle piu’ diverse influenze culturali,
L’ensemble di giovani musicisti, diretta da Federico S. Morresi, offrira’ agli appassionati del genere e non solo, un programma particolarmente accattivante, all’insegna di due ‘grandi’ di ogni tempo, massima espressione della musica classica sei-settecentesca, a Nord e a Sud delle Alpi: Antonio Vivaldi e Johann Sebastian Bach.La serata si articolera’ tra l’esecuzione del Concerto per 4 violini in SI MINORE RV 580 di Vivaldi, il Concerto brandeburghese n.4 in SOL MAGGIORE BWV 1049 di Bach e l’attesissima Quattro Stagioni del noto e stimatissimo compositore veneziano Antonio Vivaldi, detto ‘il Prete Rosso” per la sua capigliatura, la quale ultima vedra’ l’esecuzione da solista della giovane violinista Mariarosaria D’Aprile, violinista versatile dal talento riconosciuto nel panorama concertistico nazionale ed internazionale.
Noto soprattutto fuori dall’Italia, in America Latina e, principalmente, in Venezuela, dove viene a contatto con l’importante realta’ delle orchestre giovanili, dirigendo, tra le altre, l’Orquesta Sinfonica Juvenil Carlos Mohle, l’Orquesta Sinfonica de Carabobo, l’Orquesta de Barquisimeto, Federico S. Morresi intraprende sin da giovane eta’ lo studio del pianoforte e del canto, compie studi accademici in Musicologia, composizione, direzione di coro e d’orchestra. La sua passione per la musica e il suo talento lo portano, poi, nel
Allora, tanti auguri, ragazzi! Perche’, la chiamano musica classica, ma e’ sempre contemporanea…
Riportiamo per intero l’intervista che Federico S. Morresi ha rilasciato a noi di LSDmagazine, durante una prova a Bari, a Santa Teresa dei Maschi dovedomani, 22 luglio, alle 19.30, si terra’
Circa dieci anni di attivita’ come direttore di coro, baritono e attore. Quando e perche’ Federico S. Morresi decide di dedicarsi completamente alla direzione d’orchestra?
Non credo ci sia un quando né un perché, semmai un come, e questo “come” in genere consiste in quel percorso di vita che si compie prima esplorando e assaggiando diversi ambiti per cui ci si sente predisposti o da cui si è semplicemente attratti; poi, improvvisamente prendendo coscienza e assecondando i propri istinti con l’inevitabilità di certe scelte che la nostra indole ci costringe a preferire. In verità, ho sempre saputo e creduto di voler essere un direttore d’orchestra, e dico “essere” perché non si fa niente nella vita, ma si può solo essere, così come forse non si sceglie ma in fondo si è scelti da ciò che ci circonda. In ogni caso, in verità, sin da molto piccolo mi immaginavo di muovere le mani davanti a un’orchestra, pur non sapendo cosa significasse di preciso. Ma crescendo mi ero convinto che non essendo questo un “mestiere” bensì una sorta di “devozione” (non si sa bene a cosa, ma senz’altro in senso anche mistico se vogliamo, a patto che non si mitizzi!), per giungerci avrei dovuto prima compiere dei passaggi intermedi, delle tappe imprescindibili che mi facessero vivere in prima persona ad esempio una rappresentazione teatrale (da qui il cantante e l’attore) dall’altra parte del palcoscenico, per acquisire a poco a poco un’esperienza completa non solo come musicista, ma forse ancora di più di vita, tale da poter far confluire infine tutto quel retaggio di “perlustrazioni” in quella figura così sfaccettata e difficilmente definibile che in fondo è il direttore d’orchestra
Come nasce l’Orchestra Giovanile del Levante?
Spesso le cose nascono non da una premeditazione, ma in seguito a un’opportunità che si presenta malgrado noi stessi. La nostra occasione è arrivata infatti per caso, ed è stata la realizzazione delle riprese a Monopoli della fiction Tutta la musica del cuore, che uscirà prossimamente su RAIUNO. Data la scelta inusuale di ambientarla in un ipotetico conservatorio di musica del sud Italia, fui incaricato di formare un’orchestra sinfonica di studenti, i quali sarebbero poi stati impiegati sia come attori che come interpreti di alcuni brani della colonna sonora. Così abbiamo selezionato e coinvolto più di 50 ragazzi attingendo per la maggior parte dai conservatori di Bari e Monopoli, due bacini di dimensioni non trascurabili, per poi avventurarci nei cinque lunghi mesi delle riprese. Ci siamo divertiti molto, mentre il consolidarsi dei rapporti umani – che considero sempre l’aspetto fondamentale del nostro mestiere – e il lavoro quotidiano svolto con me sul set, hanno probabilmente costituito il miglior precedente possibile all’idea di dar vita a un’orchestra giovanile di questo tipo. Alla fine del film ho solo lanciato la proposta ai ragazzi stessi, e ho quindi constatato che il numero di adesioni mi avrebbe consentito di realizzare il progetto. Diciamo quindi, germinazione spontanea?
Quali obiettivi si propone a breve e medio termine?
A parte progetti prettamente musicali, in verità dopo due anni di “costruzione” con questi splendidi ragazzi, l‘obiettivo più immediato è adesso rivendicare i sacrifici compiuti e aspettarsi che le istituzioni e gli amministratori della cultura pugliese prendano atto seriamente dei risultati che siamo in grado di raggiungere e della qualità delle nostre proposte. L’Orchestra Giovanile del Levante è un organismo professionale e non amatoriale – questo ci tengo a dirlo – che sta riunendo ragazzi da quasi tutte le province della regione (eccetto forse solo Foggia e Lecce per evidenti problemi di distanza da Bari, dove è la nostra sede) i quali sentono l’esigenza di riconoscersi in una compagine “propria”, in cui avere un ruolo e una responsabilità ben precisi. Dar a questi ragazzi la chance di essere protagonisti e di mettersi in gioco con le proprie forze, è per me il modo migliore con cui io possa aiutarli a esercitare e affinare il proprio talento fin quando diventeranno professionisti sempre più consapevoli e preparati
Dopo il Concerto di Monopoli, ci sono altre tappe previste per questa stagione estiva?
Ci sarebbero state, se avessi avuto tempo di affrontare altri impegni. Il fatto è che io personalmente non vivo in Puglia stabilmente e a volte ho bisogno di alcuni brevi periodi di pausa per miei altri impegni all’estero. Per questo da agosto sospenderemo l’attività fino a settembre, anche perché i ragazzi stessi hanno bisogno di un po’ di riposo dopo un anno di studio; non dimentichiamo che dobbiamo sempre fare i conti coi loro impegni al Conservatorio, all’Università e via dicendo.
Da ottobre si riparte con un progetto abbastanza grosso, di cui però non parliamo adesso per… diciamo scherzosamente, scaramanzia?
Quale suggerimento puo’ dare Federico S. Morresi, giovane Direttore d’Orchestra, ad un giovane con talento che vuole emergere?
La risposta più assennata sarebbe: scappare all’estero, nel nord Europa o negli Stati Uniti. Dicendolo mi rendo conto che rinuncio alla diplomazia e forse faccio una scelta che potrebbe rivelarsi in qualche modo controproducente per me stesso, dato che ho fondato un’orchestra in Italia e, aggiungo, non me ne sono pentito. Ad esempio, non mi sarebbe mai venuto in mente di mettere seriamente in pratica un’idea del genere se non avessi percepito quanta energia musicale scalpita nei giovani di questo territorio. Ma, poiché c’è sempre un ma, la realtà è pur sempre che viviamo in un paese in decadenza, e forse anche tutta una civiltà è al tramonto. La nostra è una società riproduttivo pubblicitaria, avvizzita e intristita da se stessa. Non riusciamo più a scorgere un futuro, e questo anche perché si è radicato nei giovani il devastante convincimento (meglio dire consapevolezza) che chi fa bene, chi si prodiga, chi lavora duramente, chi merita, non verrà ricompensato, non avrà successo; mentre riuscirà chi è spregiudicato, chi appare in televisione, chi trova protezioni e favori. Non conta ciò che hai fatto, come non valgono quasi più nulla la lealtà o la parola data. D’altronde non poteva essere altrimenti, dato il cinismo e la viltà (generalizzando, ma non troppo) della classe dirigente e politica che ci ritroviamo, la più ignorante d’Europa. Perciò accade che, come diceva uno dei più geniali pugliesi del Novecento, Carmelo Bene: se non ci pensa lo Stato, alla mediocrità chi ci pensa?
Un’ ultima domanda: un suggerimento per divulgare maggiormente l’ascolto e la conoscenza della musica classica…
Questa risposta non è semplice. Se l’ambiente in cui si cresce è fondamentale per sviluppare una sensibilità verso ciò che è Bello, quindi Etico, allora dovremmo rileggere le considerazioni seguite alla domanda precedente e le speranze di trovare una soluzione positiva sarebbero minime, poiché oggi la parola divulgazione ha quasi assunto un significato sinistro, ed è spesso identificabile con qualcosa che, pur di essere appunto divulgato, viene livellato verso il basso e spacciato (falsamente) per necessario.
Il suggerimento in generale è quello di avere sempre curiosità, di non accontentarsi di quello che quotidianamente ci viene proposto come automatismo (che poi è un inquinamento delle nostre facoltà intellettuali), di non omologarsi, ma cercare continuamente di scoprire qualcosa che può sembrare inizialmente più ostico e impenetrabile ma poi, una volta trovata la chiave e aperto lo scrigno, offre scenari più profondi e intensi, che cambiano il nostro modo di sentire, di vedere e infine di “pensare”. Come abbiamo ripetuto, il momento è drammatico e la crisi dei sentimenti morali collettivi porterà probabilmente a conseguenze più gravi di quelle della crisi prettamente economica. Proprio per questo si dovrebbe cercare di ripristinare in ognuno il desiderio di elevarsi spiritualmente dal punto di vista estetico, e
Personalmente, in quel poco che riesco a fare, mi sta a cuore riuscire a coinvolgere sempre più giovani e giovanissimi ai nostri concerti. E in una regione come
L’evento e’ a contributo libero. Per prenotazioni e info, consultare le pagine su facebook: “Il Circolo delle Quinte” e “Orchestra Sinfonica Giovanile del Levante”.