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Nella splendida cornice della Masseria Lupoli sulla Provinciale Orimini-Grottaglie, in agro di Crispiano, si è svolta ieri pomeriggio la conferenza stampa del film "Ci vediamo domani" diretto da Andrea Zaccariello, che vede come protagonista di eccezione Enrico Brignano.
Attore co-protagonista è l’italo-americano Burt Young (pseudonimo di Gerald Tommaso De Louise) di chiare origini baresi. Young, anche noto come Jerry De Louise, è un poliedrico interprete la cui carriera spazia da collaborazioni con registi come Damiano Damiani in "Amityville Possession", John G. Avildsen e Sylvester Stallone nella fortunata saga di "Rocky", Sam Peckinpahn "Killer Elite" e in "Convoy-Trincea d’asfalto", Sergio Leone nel suo ultimo capolavoro "C’era una volta in America", fino a serie televisive come "Miami Vice", "Walker, Texas Ranger", "Law & Order", "The Sopranos".
Durante la conferenza stampa Enrico Brignano e Bart Young supportati dal regista Zaccariello, e dal produttore Giuseppe Pedersoli, figlio del "mitico" Bud Spencer, hanno raccontato la loro avventura in Puglia e qualcosa di questo film, giunto alla sua terza settimana di lavorazione.
Il punto di vista del personaggio interpretato da Brignano, che dimostra di essere un vero mattatore dentro e fuori e fuori dalla scena, è quello di un antieroe che fatica molto per non lavorare, la cui sconfitta è sempre dietro l’angolo.
Marcello Santilli è un uomo la cui vita è alla ricerca di una svolta attraverso il denaro facile, il cui sport preferito è giocare al Gratta e Vinci. Di fatto è una persona buona è irrequieta che un giorno legge sul giornale che in paesino del sud Italia tutti gli abitanti sono ultra ottuagenari. Decide allora di ipotecare la casa della nonna e aprire un’agenzia di pompe funebri. Un affare sicuro, spera lui, che ben presto si rivela un ennesimo buco nell’acqua perché nessuno muore.
Nel raccontare questa favola tragicomica, in cui – promette Brignano – ci sarà anche da ridere, vi è, da parte dei relatori della conferenza stampa, anche una forte critica alla società contemporanea, arraffona e facilona. Il più duro in tale analisi è proprio Brignano che spiega come per lo studio del personaggio di Marcello Santilli si sia rifatto anche alla varia umanità che la trasmissione televisiva, di cui ha fatto parte in questa stagione, "Le Iene" ha individuato e smascherato.
L’attore romano, inoltre racconta del conflitto tra singolarità e pluralità di chi ha un cognome terminante al singolare, come il suo, ma che spesso viene declinato al plurale. Per Marcello Santilli il caso è l’esatto contrario. Spesso lo chiamano "Santillo" ed egli vorrebbe far valere l’idea di molteplicità presente nel suo cognome ma senza riuscirci in questo vi è un profondo conflitto uno dei motori interno del personaggio.
L’aspetto emozionale però è quello che viene maggiormente fuori dal racconto appassionato che fa Brignano. Il rapporto con gli anziani del paese è fondamentale tanto per l’attore quanto per il suo personaggio. Se Santilli sperava in una speculazione economica e finisce invece per essere sfruttato dai vecchi, Brignano si commuove davanti a loro rivedendo in essi padri, madri, zie, nonne.
L’attore ha perso, infatti, il padre da meno di un anno e a lui ha dedicato in una sorta di "Autodafé", un volume e uno spettacolo autobiografici, nei quali racconta vita e i valori, capacità di impegno, amore per il lavoro che il padre gli aveva inculcato da strenuo lavoratore, "Povero ma bullo" come scrive in una didascalia ad una foto presente del libro "Tutto suo Padre". In quel caso "bullo" è riferito ad un atteggiamento fisico Goliardico/Gagliardo con cui il padre e gli zii incedono pieni di gioventù incontro alla vita.
Burt Young poi precisa brevemente il suo ruolo, in questo caso non si tratta di qualcosa di pericoloso, e non si aspetta minacce o proteste da nessuno, come gli accadde nel 1978 per "Convoy – Trincea d’asfalto" quando subì ritorsioni da parte delle Unions americane degli auto-trasportatori.
A concludere la conferenza stampa è un intervento di Luigi Perrone proprietario della Masseria Lupoli che ringrazia Apulia Film Commission, nella persona del consigliere Francesco Asselta, presente all’incontro con i giornalisti, il regista e tutte le maestranze per aver scelto la sua location ricca di storia millenaria e che da qualche tempo si proietta anche come naturale set cinematografico.