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Rimangono ancora due sere per poter apprezzare sul palco del Bluenote di Milano “the superman of soul”, ossia Marcus Miller, uno dei più riconosciuti bassisti al mondo. Vincitore del  premio "Most Valuable Player" (riconoscimento assegnato dalla National Academy of Recording Arts and Sciences) per 3 anni di fila e di numerosi Grammy Award come produttore per Miles Davis, Luther Vandross, David Sanborn, Bob James, Chaka Khan e Wayne Shorter, come autore della miglior canzone R&B con Power of Love (scritto per Luther Vandross) e per il miglior album jazz contemporaneo con il suo quarto album strumentale M2.

Marcus Miller è considerato il padre della terza rivoluzione del basso elettrico dopo Stanley Clarke e Jaco Pastorius, allargando gli orizzonti del jazz e del funk.

Ascoltarlo è un’esperienza veramente incredibile. Già dalle prime note si evince la tecnica e lo stile superbi di Miller, ma, man mano che musica incalza, il pubblico si ritrova immerso in un groove coinvolgente e accattivante. Il basso fa da padrone ma è accompagnato da una band giovane ma di altissimo livello, nessuno escluso, per cominciare dalla tromba di Maurice Brown, un trombettista che con la sua band si è fatto notare sui palchi dei più importanti festival Jazz, compreso l’Umbria Jazz, e dal sax soprano di Alex Han, uno dei migliori sassofonisti della sua generazione, per finire alla chitarra di Adam Agati, alle tastiere di Kris Bowers e alla batteria di Louis Cato, tre giovani ma virtuosi talenti. Anche Miller, dopo il concerto mi ha raccontato di essere molto soddisfatto di questa band.

Ma torniamo a lui, che ha dato grande prova della sua ineguagliabile tecnica “slap” , che per chi non sa che sia, è un percuotere con il pollice (thumb slap) e tirare (pull o pop) con la mano destra le corde, dando uno stile ritmico particolarissimo, e Marcus adopera questa tecnica in maniera eccellente mettendola al servizio della melodia e del groove.

Miller ha presentato sul palco del Bluenote in anteprima alcuni dei brani presenti nel suo ultimissimo disco ancora in preparazione. Ma ci ha anche deliziato con una rivisitazione di alcuni pezzi famosi come Come together dei Beatles o Billie Jean di Michael Jackson.

Nel pomeriggio, prima del concerto ho discusso con un discografico sulla musica che fa presa sui giovanissimi, che spesso è ben lontana dalla musica di qualità. Ma alla fine di questo concerto mi ha estremamente colpito la grande presenza di giovani che hanno accerchiato Miller per autografi e fotografie. Finalmente un artista che non è stampato sulle magliette, ma che è stato sul palco con uno dei maestri del Jazz, Miles Davis, e per lui ha composto, questa sera era l’idolo dei giovani, che qualche volta dimostrano che forse la cultura per la buona musica non è solo per una piccola cerchia di conoscitori.

Per gli amici romani Marcus è all’Auditorium Parco Della Musica il 26 Aprile. Ma il suo tour non finisce qui, un calendario fittissimo di date, quasi tutti i giorni fino al 26 maggio, e toccherà molti paesi europei, per finire il 27 giugno a Los Angeles, praticamente un cinquantenne con l’energia e la grinta di un ragazzino. Invito chiunque, anche i non appassionati del genere, a non perdersi questo concerto.
Foto di Mariagrazia Giove, riproduzione non consentita.

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Mariagrazia Giove