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Il 30 marzo arriva nelle sale cinematografiche il nuovo capolavoro dell’avventuroso e creativo cineasta polacco Lech Majewski “I colori della Passione – The Mill and The Cross”.
Preparatevi ad entrare in un’opera d’arte e a viverci dentro, a cogliere i particolari e comprendere il brutale contesto storico nel quale ha vissuto l’artista al momento della realizzazione. Sarà di sicuro un’esperienza visiva unica e spettacolare.
Attraverso il ricorso alle più innovative tecnologie di computer grafica e 3D, Majewski trasforma “La salita al Calvario”, l’epico capolavoro dipinto da maestro fiammingo Pieter Bruegel nel 1564, in una pellicola dalla bellezza commovente.
Majewski racconta di essere sempre stato rapito da questa tela. Nei suoi innumerevoli viaggi a Vienna, si fermava per ore nella stanza del museo che la conteneva, ad osservarla. E quando lo storico d’arte belga americano Michael F. Gibson gli presentò il suo saggio “Il mulino e la Croce”, in cui analizzava il dipinto, di fronte alla dimensione immane del lavoro descrittivo di Gibson, Majewski non resistette alla tentazione di trarne un adattamento cinematografico, di dimensioni altrettanto spettacolari.
Il dipinto riproduce la Passione di Cristo ambientando la scena nelle Fiandre del XVI secolo, sconvolte dalla brutale occupazione spagnola. La figura del Cristo è nascosta, affossata sotto il peso della croce e nel mezzo di una folla che avanza verso il luogo dell’esecuzione. E Bruegel, come un piccolo ragno, tesse intorno a questa figura, una infinita ragnatela di storie e di racconti, disegni e aneddoti, tutti della stessa importanza, trasformando la storia del Messia in una condanna politica per le atrocità spagnole. Majewiski approfondisce queste storie in una sorta di tour all’interno della tela.
A scrutare da lontano e dall’alto ogni passo della realizzazione del quadro vi è un mugnaio, il cui mulino sorge su una torre in pietra che domina tutta la valle. È il mugnaio del cielo che macina il grano per il pane del destino. Questa, come infinite altre, è una figura allegorica che invita a riflettere lo spettatore sulla profondità del messaggio che Bruegel, e di riflesso anche Majewiski, ha voluto dare.
La genialità di Majewiski, oltre che nel trasporre in pellicola tutta la profondità e la complessità racchiuse nel dipinto, sta anche nella capacità di cogliere tutti gli aspetti stilistici della pittura fiamminga del 500.
Ogni fotogramma sembra un quadro. Ogni piccolo oggetto ripreso è immerso nel contrasto di chiaro scuro tipico della pittura rinascimentale.
I paesaggi sono riprodotti con la stessa tecnica della pittura fiamminga per la quale lo spettatore viene incluso illusoriamente nello spazio della rappresentazione, tramite alcuni accorgimenti come l’uso di più punti di fuga o di una linea dell’orizzonte alta, che fa sembrare l’ambiente “avvolgente” o in procinto di rovesciarsi su chi guarda.
Anche la dove la scena si svolge in un ambiente chiuso, si aprono finestre che fanno intravedere un paesaggio lontano e catturano lo spettatore.
Per fare questo Majewski combina le riprese realizzate in digitale in tre modi diversi. Riprende gli attori davanti a un blue screen, con la successiva integrazione di vari fondali, registra scene in Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Nuova Zelanda, in paesaggi accuratamente scelti, che ricordano quelli dei dipinti di Bruegel, e per finire utilizza un grande fondale in 2D del quadro di Bruegel dipinto su tela da lui stesso.
Il Film è stato presentato con successo al Sundance Film Festival 2011, al 40th International Film Festival Rotteerdam, premiato al San Francisco Film Critics Circle 2011 con menzione speciale della giuria, al Viareggio EuropaCinema 2011 per il miglior film e il miglior interprete, e infine premiato come miglior film alla Settima edizione di Popoli e Religioni Umbria International Film Fest.
Il cast di cui si fregia il film è decisamente di altissimo livello con Rutger Hauer, Michael York e Charlotte Rampling.
Majewski dice: “Voglio che lo spettatore viva dentro il quadro e che incontri le persone della tela così come sono dipinte”, ed è proprio quello che vi accadrà quando andrete a vederlo.
La foto del regista e della moglie è di Mariagrazia Giove, riproduzione riservata
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