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Se confermata si tratterebbe di una delle più clamorosa scoperta della Storia dell’Arte Italiana dell’ultimo quarto di secolo. Da alcuni secoli infatti si cerca un celeberrimo affresco di Leonardo "La Battaglia di Anghiari". Da tempo gli scienziati erano convinti che dovesse trovarsi da qualche parte nel Salone dei 500 in Palazzo Vecchio a Firenze, ma in pochi avrebbe potuto scommettere che fosse ancora lì da qualche parte, celato alla vista, ma presente!
Ora la caccia al celebre Leonardo di sarebbe conclusa: un campione di colore nero trovato dietro un affresco del Vasari a Firenze ha composizione chimica compatibile con il nero usato nella Gioconda e nel S.Giovanni Battista al Louvre. A dichiararlo è il direttore del progetto di ricerca Maurizio Seracini.
Come è ormai noto da tempo, dietro la parete est del Salone dei 500 di Palazzo Vecchio c’é un vuoto che celerebbe un muro preesistente. Proprio su quella parete sulla quale si vedono macchie di colore nero, rosso e beige, ci sarebbe dunque la "Battaglia di Anghiari" perduto affresco di Leonardo da Vinci? Risultati incoraggianti in tal senso emergono attraverso i dati rilevati dal team diretto dal prof. Maurizio Seracini presentati a Firenze, in questi giorni, e frutto di uno studio effettuato alla fine 2011. Rispetto a simili indagini effettuate in passato si è intervenuto con il radar e una sonda endoscopica che ha saggiato la parete.
Secondo i dati comparati si potrebbe ipotizzare che Vasari – che pittore ed architetto incaricato di ristrutturare Palazzo Vecchio – potrebbe aver voluto preservare il lavoro di Leonardo erigendo una parete di fronte all’affresco di Leonardo, come a voler proteggere un’opera considerata dai suoi coevi come la più maestosa del Rinascimento. Nessun’altra parete nel Salone dei 500 presenta un vuoto come in questo caso. Inoltre il muro retrostante è senza pietre a vista come se Vasari avesse conservato l’intonaco su cui Leonardo potrebbe aver dipinto la Battaglia di Anghiari. Il team di Seracini ha operato con il supporto e la collaborazione di National Geographic, Università di San Diego e Comune di Firenze, e affiancato dalla Soprintendenza al Polo Museale fiorentino e dall’Opificio delle Pietre Dure, dopo il via libera del ministero per i Beni Culturali. "Anche se siamo ancora alle fasi preliminari della ricerca e anche se c’é ancora molto lavoro da fare per poter risolvere il mistero – è il commento di Seracini -, le prove dimostrano che stiamo cercando nel posto giusto".
La sonda endoscopica, dotata di una microcamera, venne immessa a fine 2011 in sei fori praticati nell’affresco di Vasari visibile oggi sulla parete. Il Micro carotaggio era stato condotto in 14 punti, ovvero nelle crepe e nei cretti naturali del muro, ma a seguito di consultazioni con gli esperti dell’Opificio, i fori sono stati ridotto solo a 6. "Sono fori periferici rispetto alla nostra iniziale area di interesse – sostiene ancora Seracini -. Ecco perché i risultati che abbiamo ottenuto sono particolarmente incoraggianti".
Il pigmento nero è composto in gran parte da manganese e, in parte, da ferro ed è stato individuato con analisi chimiche su materiali estratti durante i sondaggi. Sono stati inoltre trovati anche frammenti di materiali rosso, associabili alla lacca. Inoltre, immagini ottenute con una sonda endoscopica mostrano uno strato beige che secondo i ricercatori può esser stato steso solo con un pennello.
Il mistero della Battaglia di Anghiari continua!