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Sopravvivere all’ansia affidandosi alla «circoterapia». La cura del collettivo Les 7 Doigts de la Main (Le sette dita della mano) prevede un po’ d’umorismo e leggerezza. Con un obiettivo: portare la danza sul lettino dell’analista. Accade in «Psy», lo spettacolo con la regia, le scene e i costumi di Shana Carroll che undici formidabili giovani provenienti dall’École nationale de cirque di Montréal portano in scena al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi mercoledì 14 e giovedì 15 marzo (ore 20.30, info botteghino 0831.56.25.54). Il doppio appuntamento, realizzato in collaborazione con il Teatro pubblico pugliese nell’ambito dei progetti di internazionalizzazione della scena, è tra i momenti clou della stagione diretta da Italo Nunziata.
Isabelle Chassé, Patrick Léonard, Faon Shane, Gypsy Snider, Sébastien Soldevila, Samuel Tétreault sono i fondatori della compagnia con la stessa Shana Carroll. Quarantenne californiana di Berkeley, ed ex star del trapezio in «Saltimbanco» del Cirque du Soleil, l’artista ha cambiato mestiere dopo un infortunio alla schiena, ma non ha mai abbandonato il mondo del circo, raccogliendo successi da regista non solo con «Psy», ma anche con «The Cabaret» e «Traces» e, per il Cirque du soleil, con «Iris», resident-show al Kodak Theatre di Los Angeles.
Per la quarta creazione, che aveva debuttato nel 2009 alla Tohu di Montréal, la Cité des arts du cirq, Les 7 Doigts de la Main ha scavato nel surreale mondo della psiche umana. Così, mentre i precedenti spettacoli tenevano il pubblico sospeso in una dimensione definita di spazio e tempo (un loft, un bunker, il purgatorio), «Psy» viaggia attraverso un paesaggio mutante di visioni distorte, facendo svanire i sogni e frantumando i ricordi, come sul lettino di uno psicanalista. «Psy», che la compagnia del Québec ha presentato recentemente al Théâtre de la Villette di Parigi insieme a «La vie», esprime, infatti, lo spirito, l’intima bellezza e la quotidianità delle varie nevrosi da cui siamo affetti. E ciascuno degli artisti coinvolti nello spettacolo cerca di superare i disturbi e i limiti che l’uomo si impone, cercando l’equilibrio, il coraggio e la felicità librandosi nell’aria, per una fusione tra acrobazia del corpo, della mente e dell’anima.
All’interno di questo nuovo modo di concepire il circo, non sotto uno chapiteau, il tradizionale tendone, ma su palcoscenici tradizionali, dove la danza acrobatica si mescola con il cabaret, il teatro e la musica, questa mano insolita dalla sette dita è capace di destrezza e goffaggine, proprio come l’unione delle personalità dei suoi talenti, cui di recente è andato il premio del Conseil des arts et des lettres du Québec per la migliore tournée in Canada e negli Stati Uniti con «Traces», spettacolo che ha fatto registrare centomila spettatori a Chicago, Los Angeles, Denver, Philadelphia e New York, dove dopo l’Union Square Theatre lo show sarà nell’Off-Broadway sino a gennaio 2013.
Fondazione Nuovo Teatro Verdi
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