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In questi ultimi anni il teatro italiano ha sempre sognato di mettere in scena il monumentale Utopia (The coast of utopia) dell’inglese Tom Stoppard, ma per la complessità del testo e per il gran numero di attori che richiede, trentasei, il progetto non è mai partito perchè ritenuto troppo oneroso specie in tempo di tagli e crisi finanziaria. Ora, finalmente, forse perchè la più grande crisi sollecita un pò di coraggio, Utopia sta per essere portato sui nostri palcoscenici per iniziativa dell’attrice Michela Cescon e della sua Zachar Produzioni, sostenuta sinergicamente dallo Stabile di Torino e dal Teatro di Roma. Lo spettacolo che esordirà il 20 marzo al Carignano di Torino e il 5 aprile all’Argentina di Roma, è in prova nella capitale per la regia di Marco Tullio Giordana, il regista de "I cento passi" e de "La meglio gioventù", che è atteso ora con il film dedicato alla strage di Piazza Fontana, Romanzo di una strage che sarà in sala dal 17 febbraio.
Fra i numerosi attori impegnati con lui in Utopia, Alessio Boni, Luca Zingaretti, Jasmine Trinca, Valentina Cervi. Il lavoro di Stoppard arriva in Italia con un certo ritardo dopo essere stato rappresentato con successo a Londra, Broadway, Mosca, Tokyo. Si tratta certamente per la sua rilevanza dell’evento teatrale del 2012. Va ricordato, che il testo ha una durata complessiva di nove ore, diviso in tre parti, trilogia nella quale si racconta la nascita, la vita e la morte di un pensiero rivoluzionario. Le tre parti si intitolano Viaggio, Naufragio, Salvataggio, ambientate nella Russia zarista, con protagonisti un gruppo di intellettuali, capitanati da Alexander Herzen, fra i quali figurano lo scrittore Ivan Turgenev, il critico letterario Vissarion Belinsky, l’anarchico Michael Bakunin e il poeta Nicholas Ogarev. Essi creano un movimento rivoluzionario contro il regime dello zar Nicola con l’obiettivo di cambiare la storia con la forza delle loro idee e delle loro parole. Non andò proprio così. Dice Stoppard, commediografo conosciuto e apprezzato anche in Italia: «Sono stato affascinato, in particolar modo, dalla personalità del critico Vissarion Belinsky, il quale scelse di vivere sotto il regime reazionario zarista piuttosto che andarsene in Francia o in Spagna dove avrebbe potuto scrivere e leggere in piena libertà».
«La linea conduttrice della vicenda è l’Utopia che mosse il gruppo dissidente degli intellettuali che già, in un certo senso, anticipavano quello che sarebbe stato il mutamento sociale della Russia». Molto soddisfatti per l’imponente impresa teatrale che sta per essere varata sono Mario Martone, direttore dello Stabile di Torino e Gabriele Lavia, direttore del Teatro di Roma, per avere in esclusiva nei rispettivi cartelloni uno degli appuntamenti artistici più importanti della stagione. Marco Tullio Giordana, dal canto suo ha spiegato che nell’allestimento in corso ritrova i diversi motivi collettivi che hanno caratterizzato il suo film "La meglio gioventù".