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Con “I dispiaceri del vero poliziotto”, la casa editrice Adelphi, pubblica l’ultimo inedito di Roberto Bolaño in ordine cronologico, ma non di certo in ordine di scrittura. L’autore cileno, infatti, ideò ed iniziò la stesura del testo alla fine degli anni ottanta per poi concluderlo, indirettamente, con la sua morte avvenuta nel 2003. In questo romanzo lo scrittore riporta in “vita” personaggi già amati e conosciuti nel precedente “2666” quali il professor Amalfitano e sua figlia Rosa. Raccontare questo libro non sarà facile, solo leggendolo si potrà apprezzare a pieno la sua particolarità ed intensità, ma dovendolo fare si potrebbe iniziare citando le parole dello stesso Bolaño riguardo al titolo: “il poliziotto è il lettore, che cerca invano di mettere ordine in questo dannato romanzo”. Forse messa così la comprensione diventa un po’ enigmatica ma certo questa affermazione rende una prima idea di quella che è la fitta ed intricata matassa di relazioni che, in questo scritto, l’autore tesse abilmente tra vari personaggi, indagando quelli che sono i rapporti amorosi, ma anche filali, parentali, amichevoli e sessuali, evitando giudizi ma raccontando quelle che sono le sensazioni più intime e quindi che si è meno disposti a rivelare, non dimenticando di far trasparire la percezione del “se” più nascosta e quella che si ha mediante gli altri. Il tutto inizia a Barcellona dove il Professor Amalfitano sembra essersi definitivamente stabilito dopo una vita passata da errabondo, conseguenza di militanze e appartenenze politiche sostenute in gioventù (ma non solo) in quello che era tra gli anni ‘60 e ‘80 il Cile, suo Paese natio. La quotidianità dell’attività di docente universitario verrà presto a incontrarsi con l’inquietudine dell’alunno Padilla, il quale avrà il merito di svelare all’insegnante stesso la sua, fino allora insospettata, omosessualità. Questo avvenimento è il punto cruciale da cui inizierà un nuovo, ennesimo, viaggio di Amalfitano che espulso/dimesso dall’Università di Barcellona sarà costretto a cercare una cattedra in un altro Paese, e per farlo dovrà smuovere amicizie e conoscenze all’improvviso tutte sorde e disinteressate tanto da fargli credere che ormai sia “solo un vecchio schifoso” a cui “nessuno darà più un lavoro”. Ma alla fine tutto si aggiusta, o così sembra, con l’arrivo in Messico, a Santa Teresa, e del nuovo lavoro all’Università. Troverà un nuovo amante, una bella casa e…
Un libro poetico in cui la sostanza è nascosta ed al contempo rivelata dai pensieri di personaggi che in brevi capitoli, mediante digressioni e considerazioni, descrivono le immense emozioni, che piccole sottigliezze procurano ad animi fragili ma potenti, sensibili e duri, percepibili anche solo nella disposizione degli oggetti, nel suono delle parole, nella composizione di una poesia. Perché l’arte è tutto e niente, è ciò che si avverte più di ciò che si vede, capace di salvare e redimere; e la poesia è uno stato d’animo oltre che una composizione.