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La vetrata sulla strada è quella dei Jazz Club di culto, l’emozione è solleticata dalle luci soffuse all’interno e dal pianoforte a coda, la batteria e il contrabbasso fissi, pronti a dar vita ad esibizioni live protratte fino a tarda ora. Il martedì sera tarantino, da un anno a questa parte, si ammanta di note jazz e ha il sapore delle notti nei vicoli del Queens newyorkese, l’ “altrove” diviene reale e il conosciuto si perde in un’atmosfera che cancella la dimensione spazio-temporale. All’Enoteca Per… Bacco di Taranto il martedì diventa qualcosa d’altro, un non-luogo, una notte stellata in un città lontana in cui si può ancora sognare. E il coraggio e la voglia di creare non manca ai due pionieri che hanno reso la Jam Session un appuntamento attesissimo: Pino Gentile, oste schietto dai gusti musicali e vinicoli estremamente raffinati, e Francesco Lomagistro, stella del jazz con natali ionici e fama internazionale. Gentile e Lomagistro hanno puntato sul Jazz per dar vita a una cultura che non c’era, e appassionati del genere, curiosi, neofiti, semplici amanti della buona musica, stanno dando loro ragione. La Jam Session del martedì attrae pubblico e non solo: frequenti sono, infatti, gli ospiti del panorama jazzistico locale e regionale perché, come sostiene Lomagistro: “se Jam Session è sinonimo di ritrovo per musicisti, l’idea è farne un laboratorio di sperimentazione musicale, secondo la buona tradizione americana”.
Da una scommessa, è partita l’avventura del Per…Bacco, con l’intento di trasformare l’enoteca in un Jazz Club a tutti gli effetti, creando una cultura assente in città: “Ci siamo mossi in punta di piedi” –ricorda l’affermato percussionista Francesco Lomagistro- “con la voglia di realizzare qualcosa di importante, sul modello di quanto avviene in grossi centri dove c’è già una solida cultura jazz e le jam session sono occasione per suonare insieme, per la nascita di nuove collaborazioni. Sul palco, accanto a me si sono alternati sempre ottimi musicisti come Ettore Carucci, Eugenio Macchia, Camillo Pace, Edy Olivieri, Luca Alemanno e, dopo un anno, posso affermare che spesso vengono a trovarci anche jazzisti di Bari, Lecce e, persino, da fuori regione.” Pino Gentile fa da eco a Lomagistro, che ha puntato e “corteggiato” per realizzare questo esperimento musicale di crescente successo: “Il nostro segreto è la qualità, la perseveranza, lottare nonostante i flop. Puntiamo su quello che ci piace e ci sentiamo come miticultori: buttiamo la semenza perché possa attecchire sulla corda. Ora cominciamo a vedere i primi frutti.” Se Taranto è una città difficile, restia ai cambiamenti e culturalmente poco pronta ad recepire quanto di nuovo viene offerto, c’è chi, come Lomagistro, ha scelto di viverci nonostante il successo all’estero: “Ho vissuto a lungo fuori, ho viaggiato e con il mio gruppo, la Berardi Jazz Connection, ho promosso tre dischi (n.d.r. The way I like, Do it e Anyway) in Giappone, negli Usa e in Nord Europa, ma è qui che ho scelto di stabilirmi.
Voglio diventare un punto di riferimento per la musica del nostro territorio e offrire continuità. Per amare il Jazz non è necessario essere esperti, è sufficiente essere sensibili perché il Jazz non è intrattenimento o sottofondo, è sempre protagonista. E la mia vittoria, oggi, è che nelle nostre Jam Session tutto è incentrato sulla musica.” Pino Gentile annuisce e mostra d’essere sulla stessa lunghezza d’onda del suo “socio in musica”, a riprova di come non possa sopravvivere nessun sodalizio senza un’armonia d’intenti: “Francesco ha in lavorazione un quarto album da solista” – rivela Gentile –“ e il bello è che in alcuni dei nostri martedì gli ospiti ascoltano degli inediti senza saperlo! Le Jam Session diventano dei veri e propri laboratori in cui, nell’ambito del repertorio classico, i musicisti che si alternano sul palco interpretano gli standar anni ‘30 e ‘40, improvvisando e sperimentando. Ogni sera non è uguale ad un’altra e, infatti, chi viene a trovarci ha sempre voglia di tornare”.
Se come afferma il compositore e pianista jazz Stefano Bollani, “La grande sfida è conquistare la gente che al jazz ci arriva non per educazione, ma per altre vie”, ovvero per sensibilità, curiosità, voglia di liberarsi dei propri panni per lasciarsi andare alle emozioni, allora Francesco Lomagistro e Pino Gentile hanno trovato la chiave giusta per aprire la porta all’immaginazione e all’energia.