Tempo di lettura: 3 minuti
Brilla una luce positiva sullo stato di salute del “cuore del Borneo”, una incredibile distesa di 22 milioni di ettari di foreste pluviali nel Sud-est asiatico, a cavallo degli altipiani di Brunei, Indonesia e Malesia, che conserva alcune delle ultime foreste vergini del pianeta, dove nascono 14 dei 20 fiumi dell’isola, che ospita 13 specie di primati, oltre 350 specie di uccelli, 150 di rettili e anfibi e circa 15 mila specie di piante ed è uno degli unici due luoghi del pianeta dove rinoceronti, elefanti e oranghi coesistono.
A dare la buona notizia, mentre l’Anno internazionale delle Foreste sta per volgere al termine e sono ancora troppo pochi gli impegni assunti per tutelare le ultime foreste tropicali del pianeta , è il nuovo rapporto pubblicato dal WWF per commemorare il quinto anniversario della Dichiarazione “Cuore del Borneo”, che cinque anni fa, il 12 febbraio 2007, riconosceva a queste foreste un’importanza fondamentale non solo per le comunità locali della regione ma per la razza umana in generale, e impegnava i governi di Brunei Darussalam, Indonesia e Malesia per la conservazione e lo sviluppo sostenibile di questo ambiente naturale unico, attraverso una rete di aree protette e foreste gestite in modo sostenibile, e attraverso la cooperazione internazionale guidata dai tre governi del Borneo.
Fino ad ora non c’erano dati di base da cui partire per valutare lo stato ambientale della regione o di monitorare le sue variazioni nel tempo. Oggi, il nuovo report del WWF, realizzato in collaborazione con una vasta rappresentanza di specialisti e scienziati, analizza la salute ambientale dell’area attraverso più di 50 indicatori e 13 obiettivi principali, che includono specie in via di estinzione e una selezione di ecosistemi come le foreste di pianura, montane e dei sistemi fluviali, a cui è stato dato un punteggio da molto buono, buono, sufficiente, povero.
E così, secondo il rapporto, il leopardo nebuloso, che può godere ancora del 76% dei suoi habitat originari, si trova in uno stato di conservazione “buono”, è “sufficiente” quello dell’elefante pigmeo del Borneo, di cui restano circa 1.000 individui, e dell’orango, di cui si contano circa 0,61-0,48 esemplari al km2, mentre lo status attuale della popolazione del rinoceronte di Sumatra, di cui rimangono meno di 50 esemplari, è purtroppo “troppo scarno”
La buona notizia: Baluardo per foreste di pianura e le sue specie.
La buona notizia in generale, è che la maggior parte delle diverse tipologie forestali sono attualmente valutati come buono o molto buono. Ciò è particolarmente importante per la foresta di pianura che è in serio pericolo in tutto il resto dell’isola del Borneo. E dato che la foresta della pianura è l’habitat ideale per l’elefante pigmeo, l’orango e il rinoceronte, il cuore del Borneo può essere l’ultimo baluardo per la conservazione di questo tipo di foresta e delle sue specie se la comunità internazionale contribuisce alla sua conservazione.
La cattiva notizia: Minacciato da industria e tagli illegali o insostenibili.
La cattiva notizia è che tutta l’area, così come accaduto all’isola vicina di Sumatra, è seriamente minacciata dalla conversione industriale delle foresta naturale primarie in piantagioni per la produzione di olio di palma, polpa per la carta ed altre coltivazioni agricole, così come si è costretti a registrare un elevato processo di disboscamento illegale e tassi insostenibili di estrazione di legname prodotto legalmente, con scarsi controlli delle concessioni e del rispetto delle prescrizioni. La caccia, gli incendi boschivi, l’estrazione mineraria sono anche parte di questo problema e tra quelle principali minacce che il rapporto dichiara importante monitorare in futuro.
"Per la prima volta la salute ambientale del Cuore del Borneo è stata valutata in maniera puntuale, utilizzando una serie di indicatori scientifici e parametri inconfutabili, i primi risultati ottenuti hanno indicato che l’area è attualmente ancora in buona salute – ha detto Massimiliano Rocco, responsabile Specie e TRAFFIC del WWF Italia – e le nostre scelte potranno fare la differenza per tutelare alcune delle foreste tropicali del pianeta tra le più ricche di biodiversità. Altrettanto importante è che, ora per la prima volta, i tre governi e le principali parti interessate disporranno di uno strumento inconfutabile, credibile e facile da usare per monitorare i progressi in termini di miglioramento o degrado di quegli ambienti e della messa in opera delle misure essenziali per l’area. Uno strumento di gestione che può essere utilizzato per migliorare il processo decisionale per l’uso sostenibile e la conservazione di questi ecosistemi unici al mondo”.
Il WWF, presentando al mondo intero questi risultati, vuole anche incoraggiare i tre governi del Borneo a utilizzare i dati di questo primo rapporto per aumentare nella comunità nazionale ed internazionale la consapevolezza degli alti valori di conservazione dell’area e quali siano le principali minacce alla sua sopravvivenza, rimarcando come queste foreste siano una di importanza cruciale per la biodiversità globale.