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Da quasi duemila anni, una antica tradizione diceva che la tomba di San Filippo, uno dei 12 apostoli, si trovava nella città turca di Hierapolis, dove il santo fu martirizzato nell’80 d.C. Ma solo oggi, una spedizione di archeologi italiani dell’Università del Salento-Lecce ha individuato con certezza la tomba, sotto i resti di un santuario bizantino del V secolo, costruito per venerare il sepolcro.
Parlando in una conferenza stampa a Istanbul, il professor Francesco D’Andria dell’Università del Salento-Lecce ha raccontato come gli scavi in corso a Hierapolis l’anno scorso abbiano portato ad individuare la tomba nel sito dove la tradizione voleva si trovasse, senza che però l’archeologia avesse finora dato qualche conferma.
I risultati della campagna di scavo dell’anno scorso a Hierapolis, località dell’est della Turchia, a 250 km dalla costa Egea e da Smirne, sono stati illustrati dal professore nell’ambito di una presentazione delle attività di scavo italiane in Turchia organizzata dall’Ambasciatore d’Italia Gianpaolo Scarante.
"La scoperta di quest’anno è quella della tomba di San Filippo, uno dei 12 apostoli di Gesù, che a Hierapolis avrebbe subito il martirio", ha sintetizzato l’ordinario di Archeologia classica. Ricordando che "le fonti letterarie già nel 190 dopo Cristo dicono che a Hierapolis "si mostra la tomba di San Filippo"", D’Andria ha aggiunto che "la ricerca e l’identificazione di questa tomba è stato uno degli obiettivi della missione" da lui guidata.
I lavori all’inizio si erano concentrati su una chiesa già nota e che si riteneva essere stata costuita sulla tomba. "Abbiamo utilizzato anche sistemi geofisici per identificare eventuali cavità in questa chiesa, ma non hanno mai dato alcun risultato, finchè abbiamo investito della ricerca una zona accanto alla chiesa ed è venuto fuori un elemento straordinario: una seconda chiesa che era costruita attorno ad una tomba romana del I secolo".
"Tutta una serie di elementi ci ha permesso di identificare questa chiesa a tre navate" come quella "costruita attorno alla tomba romana in cui la tradizione attribuisce la presenza di San Filippo", ha affermato D’Andria, sottolineando che "la novità di quest’anno" è "la nuova chiesa costruita attorno alla tomba".
La scoperta ha risolto un giallo dell’archeologia. In America, nel museo di Richmond, ha ricordato l’archeologo, si conserva "un sigillo per il pane dei pellegrini" in cui è rappresentato San Filippo: "Su un lato c’è la chiesa che abbiamo trovato quest’anno e sulla quale i bizantinisti di sono interrogati per tanti anni", cercando di capire cosa rappresentasse.
Accanto alla tomba, ha riferito inoltre l’archeologo, ci sono anche vasche per immersione, a conferma che si trattava di un "santuario di guarigione" nell’ambito di un "grande complesso di pellegrinaggio che i Bizantini hanno costruito nel V secolo dopo Cristo intorno alla tomba di San Filippo", in maniera "simile a quello di Asclepio a Pergamo" . Sempre l’anno scorso è stato anche "identificato" l’altare, "costruito sopra una cripta dove erano conservate le ossa del Santo". Anche in questo caso un parallelismo: "come ad Efeso dove, sotto all’altare, c’è una camera dove erano conservate le reliquie di San Giovanni, l’altro apostolo dell’Asia".
Gli scavi sono condotti da una missione internazionale composta, oltre che da italiani (65 sono stati gli specialisti arrivati a Hierapolis da tutta Italia), anche da tedeschi, francesi, norvegesi. Scavato in particolare dalla missione italiana a partire dagli anni ’50 è anche il "martyrion", cioè la chiesa costruita sul luogo dove fu martirizzato l’apostolo.
Da italiani è stato restaurato il teatro, ancora capace di contenere 8.000 spettatori: il progetto di restauro continua, ha detto D’Andria mostrando una ricostruzione virtuale realizzata ad uso del milione e mezzo di turisti che ogni anno visitano Hierapolis ("e stanno aumentando").
Per incrementare il turismo sta per essere realizzato un ponte, rimovibile, per salire alla sommità della collina e vengono condotti restauri, ha detto ancora l’archeologo citando il ginnasio (un "portico dorico in marmo, meraviglioso"). C’è stato inoltre una sorta di riconoscimento da parte della Chiesa ortodossa che, ha sottolineato il docente della Scuola di specializzazione in Archeologia dell’Università del Salento, rappresenta "un fatto importante per lo sviluppo del turismo di qualità, del turismo religioso".