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Chi è l’uomo del nostro tempo? Un individuo forte, tenace, abile, coraggioso? L’uomo delle scoperte scientifiche in grado di dominare il creato?Oppure, un essere impaurito, sfiduciato, volubile, in balia della realtà in cui vive e, che dall’imprevedibilità della terra è sopraffatto? È questa la domanda che riecheggia in questi anni rappresentativi di un’evoluzione giunta ad un momento di rottura, di crisi profonda, intenta ad interrogarsi sulle scelte passate e quelle future. Lo stesso quesito pervade l’opera di Vincenzo Mascoli, che coglie il dramma dell’uomo contemporaneo, degli anni 10/11/12, in un’esposizione che riunisce appunto i suoi più recenti lavori.
La condizione di sconforto e scetticismo dell’umanità vede l’incrollabile antropocentrismo limitato dalla natura, dall’ignoto, dalle invenzioni stesse dell’uomo. Egli troneggia sul proprio ego, ma ciò che lo circonda è un universo, che pur conoscendo sempre più, non è in grado di ordinare. Il caos irrompe nell’opera di Mascoli, il quale, con un sapiente ed enigmatico uso del collage, mescola attualità e antichità, immagini della storia dell’arte con ritagli di giornali dell’ultimo decennio. Tuttavia, il presente prolifera di notizie poco chiare, mentre le uniche certezze sono le sagome definite della memoria, da cui l’uomo attinge risposte. Gli insegnamenti del passato sono i fantasmi saggi che guidano l’uomo, ritratto ora brancolante, ora cosciente, nella sua forza fisica e nella sua espressività.
I volti ricchi di personalità e le pose animate emergono cariche di carattere dalla dimensione blu e dalle nuances scarlatte, in cui quei personaggi prendono vita. Quelli più noti, politici e celebrità, affiancano criticamente rughe e sguardi di sconosciuti, a descrivere indistintamente il mosaico di una società multiforme, in cui ogni tassello ha il suo significato emblematico.
Nonostante lo scoraggiamento imperante, Vincenzo Mascoli crede ancora nella controversa figura dell’uomo che, pur calato nel disordine, gli sopravvive, riuscendo anzi a conviverci, perché è dal caos stesso che egli deriva. L’interesse per il dettaglio psicosomatico è allora per l’artista l’esaltazione del genio umano, così come la descrizione della fisicità, del temperamento diventano testimonianze di immortalità. Le oscure tele di Mascoli appaiono come illuminate dalla figura umana, protagonista che brilla di luce propria rischiarando di speranza le ombre incombenti.
10/11/12
personale di Vincenzo Mascoli a cura di Linda Roggio
Dall’ 11/2/2012 al 31/5/2012, visitabile tutti i giorni dalle 18.00 alle 22.00.
Piazza Vittorio Emanuele II n. c 12 – Corato