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Matteo Salvatore era una “bandiera sociale”. Così il cantautore bolognese (ma naturalizzato pugliese) Lucio Dalla definisce il musicista e cantautore che ha fatto scuola per più di trenta anni non solo nel gargano ma in tutta Italia. «L’ho incontrato due volte e ho sempre creduto che fosse un caposcuola» ci dice durante la conferenza stampa di presentazione del suo progetto al teatro Petruzzelli di Bari per presentare lo spettacolo-omaggio a Matteo Salvatore che si terrà il 10 febbraio e che sarà una serata che, assicura, rimarrà stampata nella memoria di coloro che si alterneranno sul palco e di tutto coloro che avranno la fortuna di vederlo. Lo sarà perché la musica di oggi e un teatro come il politeama barese s’inchinano a uno dei più grandi cantastorie, così come avvenuto nel settembre scorso a Manfredonia dove hanno partecipato gli Stati generali della musica e della cultura italiana.
La sfida è far echeggiare dal palcoscenico della lirica un canto come Lu bene mio, una delle canzoni più belle di Salvatore, con un duetto tra lo stesso Dalla e Marco Alemanno. E questa sarà solo una tappa del viaggio poetico e musicale che racconta la vita di Matteo Salvatore, scritto dal regista pugliese Cosimo Damiano Damato (con la supervisione di Raffaele Nigro), perché le voci saranno tante, da Raf a Moni Ovadia, Teresa De Sio, Radiodervish, Savino Zaba, Erica Mou e Vito Signorile. Un viaggio nella musica popolare e nelle testimonianze di una Puglia che non è mai finita. Lo spettacolo «Il bene mio», omaggio al cantastorie Matteo Savatore, si terrà il 10 febbraio al Petruzzelli. All’incontro di presentazione hanno preso parte anche il sindaco Michele Emiliano e quello di Apricena Vito Zuccarino; Lucio Dalla, Marco Alemanno, Erica Mou, Nabil, cantante dei Radiodervish, Marcello Corvino, produttore di Promo Music – Corvino Meda Editore – Cosimo Damiano Damato, regista.
«Il bene mio. La vita e le canzoni di Matteo Salvatore» è uno spettacolo musicale, prodotto da Promo Music, vi partecipano anche RAF, Moni Ovadia, Teresa de Sio, H.E.R, Savino Zaba, Mimmo Epifani e Fausto Mesolella.
Foto di Carlo Cofano