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Dalla scrittura tragica di Sofocle e Euripide a quella durissima e sarcastica del drammaturgo contemporaneo Antonio Tarantino: la regista e attrice Teresa Ludovico ha scelto la sua riscrittura dei due personaggi femminili per il suo nuovo lavoro “Piccola Antigone e Cara Medea”, in scena sul palco del Kismet di Bari sabato 4 e domenica 5 febbraio alle 21.00.
Antonio Tarantino , con “Piccola Antigone” e “Cara Medea” riporta i miti nella nostra storia recente , nei sobborghi di città degradate o distrutte dalla guerra: Antigone in una metropoli senza tempo, Medea nella Cecenia devastata dalla guerra. Il risultato è un viaggio in quella modernità che ci abita, ci lacera e ci pone tante domande, una per tutte: l’altro. Le protagoniste di queste storie vomitano parole feroci e banali per sfuggire , spesso, al dolore di un vivere quotidiano che le stringe in una morsa inesorabile e le paralizza.
In "Cara Medea", la protagonista è un’ex deportata ,rinchiusa in un lager dopo aver ucciso i figli, che percorre un’Europa post bellica per raggiungere il suo Giasone a Pola.
"Piccola Antigone" è la storia di una prostituta che incontra un cliente che si svelerà essere poi Edipo, suo padre. A rendere tutto questo sul palco, insieme con la regista, l’attore Vito Carbonara, storico collaboratore della Ludovico, per anni con lei ne progetto “Teatro e Handicap”.
Note della regista
L’incontro con Antonio Tarantino
Nel 1982 ho visto lo spettacolo" Stabat Mater" di Antonio Tarantino , interpretato da Piera Degli Esposti , e sono rimasta folgorata da quel potente flusso di parole fatte di carne. Una scrittura magistrale che mi affascinava e mi intimoriva. Quando , qualche anno fa, Marco Martinelli ci propose uno studio per la messa in scena de" La casa di Ramallah", ebbi un tuffo al cuore: ero eccitata dalla proposta e impaurita dalla verbosità della scrittura. Allora, ho avvicinato il testo lentamente , cercando di assorbirlo ritmicamente e, quando mi sono lasciata andare,tutto è stato più semplice. Lo stesso è accaduto nella preparazione di " Cara Medea" e "Piccola Antigone". Questi personaggi, spesso portatori di mitiche ferite, chiedono all’attore di essere incarnati così, come si presentano: nudi e crudi, senza nessun giudizio.
Frequentando un laboratorio di drammaturgia condotto dall’autore, ho compreso la sua necessità di scorticare le belle parole per trovare la voce, magari rauca, di quella umanità che ha paura dell’altro, che si sente continuamente minacciata e che vive di doppiezza.
Le storie di Tarantino si svolgono in interni, in spazi chiusi, ma sono sempre il riflesso del fuori e della Storia. Con leggerezza e ironia riesce a coinvolgere lo spettatore in temi di grande impegno sociale. Un teatro politico?!
Teresa Ludovico
Biglietti al Box office della Feltrinelli, al botteghino del teatro o sul sito www.bookingshow.com: info 080.579.76.67