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Eataly sbarca a Bari. Il colosso gastronomico, che può contare su 7 negozi in Italia e altrettanti in Giappone, uno a New York (il terzo luogo più visitato secondo il New York Times con 20mila clienti al giorno), uno in apertura a Roma (probabilmente dal 21 aprile 2012) alla stazione Ostiense, 11 mila metri quadrati di cibi, vini, libri, tavoli, cucine, seminari, viaggi, tre milioni e mezzo di visitatori l’anno e 40 milioni di euro di fatturato, aprirà una mostra-mercato permanente (l’obiettivo è entro settembre 2012) nell’ala destra dell’ingresso monumentale della Fiera del Levante.
Un investimento tra i 5 e i 7 milioni di euro (senza utilizzare fondi pubblici) che consentirà al marchio del cibo italiano buono e sano di dare occupazione ad almeno 100 persone (tutta manodopera locale con preferenza per i giovani), di collocarsi in oltre ottomila metri quadri di superficie (saranno restaurati il fronte monumentale e i due torrioni), concessa in locazione onerosa per 30 anni, e di promuovere almeno due volte in Italia e una all’estero i prodotti agroalimentari pugliesi che avranno il doppio marchio Eataly-Fiera.
I termini dell’intesa sono stati illustrati in conferenza stampa. Per il presidente della Fiera Gianfranco Viesti “investire in questo momento rappresenta una scelta coraggiosa ma parte da un’idea semplice: la crisi passerà e noi ce la faremo. L’accordo con Eataly ci lega a un partner di qualità, ci permetterà di mettere a valore una parte del nostro patrimonio, di ottenere introiti rilevanti (almeno 300mila euro l’anno) e di ospitare non solo esposizioni ma iniziative che favoriscano l’incontro tra persone, servizi e idee”.
Anche Oscar Farinetti, patron di Eataly, ricorre al termine “coraggio” per motivare la scelta di approdare nel capoluogo pugliese: “Sarà l’unico grande Eataly al Sud per almeno 10 anni e abbiamo puntato sulla Puglia perché il suo marchio, di moda e grande vendibilità, è il più ‘figo’ nell’agroalimentare. In più la cucina italiana è l’unica nel mondo a essere così biodiversa e il nostro compito è di raccontarlo all’estero, mettendo insieme le comunità che vivono attorno al cibo”. Tre le iniziative in programma: corsi di educazione alimentare per bambini (con il coinvolgimento delle scuole), per pensionati e rapporto stretto con i produttori locali.
Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, descrive Farinetti come “un imprenditore dell’economia della qualità, della bellezza, dell’intelligenza. Già nel 2005 mi aveva esposto i suoi progetti. Ora la Fiera è diversa da 6 anni fa – dal nuovo padiglione, utilizzabile anche come centro congressi, alla vecchia cittadella, che può diventare il luogo per eccellenza dei saperi, dei sapori, dei giovani e dell’innovazione – e può accogliere, come già accaduto per il Cineporto e le esperienze di coworking, una realtà come quella di Eataly, che porterà benefici a cascata su tutto il territorio”.
“Con Eataly – gli fa eco l’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, Dario Stefàno – ci proietteremo sullo scenario internazionale con la nostra identità, il nostro brand, la nostra ‘agricultura’”.
“Già il Piano strategico 2007-2009 – ricorda l’assessore comunale all’Urbanistica, Elio Sannicandro – prevedeva la nascita di un’Accademia del Gusto che – ne sono certo – aiuterà la Fiera nel processo di riqualificazione”.
“Una sinergia tra Enti – evidenzia l’assessore provinciale alle Attività Produttive, Onofrio Resta – che mescola cultura, tradizioni e qualità e favorirà ulteriormente l’export dei nostri prodotti”.
“Finalmente – sottolinea il presidente della Camera di Commercio di Bari, Alessandro Ambrosi – si concretizza il risultato di mesi di trattative, a volte faticose. La Puglia apre le porte a un potenziale concorrente, che in realtà sarà un partner strategico per le nostre imprese”.