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Lo Schiaccianoci è divenuto, in un tempo relativamente breve (il debutto in Italia avviene nel 1938) un balletto popolarissimo, spesso usato – e abusato – come una sorta di "strenna" natalizia, una specie di fiaba gioiosa dedicata all’infanzia. In realtà, Lo Schiaccianoci (a partire dalla narrazione di E.T.A. Hoffmann nei Serapionsbrûder) è semmai dedicato, verrebbe da dire, alla "tragedia" dell’infanzia, ovvero al doloroso e traumatico atto del crescere, al difficoltoso abbandono del mondo dei giochi e delle sicurezze, al superamento di quella "linea d’ombra" che segna il passaggio verso le tortuosità dell’adolescenza.
Adottando l’andamento e gli espedienti del thriller e coniugandoli con il linguaggio della danza contemporanea, Lo Schiaccianoci – con la sua dilatazione mostruosa della dimensione domestica, le sue mini-battaglie, la violenza e l’orrore sottesi in tutta la narrazione – si presta a farsi specchio fedele delle generazioni odierne, precocemente private dell’infanzia (e quindi del diritto all’innocenza) dall’informazione ossessiva e indiscriminata dei media, che hanno ormai trasformato la guerra e ogni altra violenza in "spettacolo" da guardare con distratta indifferenza in qualsiasi momento della giornata.
In questa nuova elaborazione drammaturgica di Riccardo Reim per la coreografia di Mario Piazza, dove spesso situazioni e psicologie vengono letteralmente ribaltate, lo Schiaccianoci – sorta di inquietante alter ego di Drosselmeyer, quasi un Mr. Hyde – diviene il grumo di tutti gli incubi della piccola Clara, sinistro personaggio capace di assassinare il fratellino Fritz o di trasformarsi in una macabra Fata Confetto (simbolo dell’ingannevole "dolcezza" dei malvagi). Passando di spavento in spavento, Clara, novella Alice con un in più di sbigottito candore, si desterà quando ormai l’incubo sembra schiacciarla senza più scampo: ritroverà, sì, i suoi cari, ma vedendoli ormai con occhi diversi; gli occhi di chi – forse ancora confusamente – comincia a intuire che da quegli affetti bisognerà imparare a distaccarsi e a fare da soli. Il tutto narrato secondo le regole e i "tranelli" degli odierni giochi tecnologici: il sogno si sfrangia nell’incubo di un atroce videogame che ingloba e imprigiona la protagonista, annullando ogni confine tra reale e virtuale, dove non sono più tanto i giocattoli a prendere vita, bensì il giocatore stesso a essere orribilmente trasformato in futile pedina.
Ogni possibile riscatto andrà dunque cercato secondo tali regole, ma al tempo stesso (ricordiamoci che si tratta di una fiaba e tale deve restare) con i mezzi da sempre a disposizione di ogni creatura umana, ovvero la fede in se stessi e nella nostra parte migliore, uniche vere armi per affrontare lo spinoso cammino degli adulti, all’ardua conquista della propria porzione di felicità.
Il Balletto di Roma nasce nel 1960 grazie al sodalizio artistico di due icone della danza italiana: Franca Bartolomei, prima ballerina e coreografa dei principali enti lirici italiani e di realtá straniere, e l’étoile Walter Zappolini dal 1973 al 1988 direttore della Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Il frutto di questo progetto si è tradotto in oltre cento balletti allestiti e portati in scena sia in Italia che all’estero.
Il Balletto di Roma, diretto oggi dal M° Walter Zappolini, nel corso dei suoi cinquant’anni di vita ha visto il susseguirsi di prestigiose collaborazioni e molteplici anime creative, ma indubbiamente il suo profilo artistico attuale è il frutto dell’incontro con il prestigioso Balletto di Toscana e della sinergia dal 2001 al 2007 con Cristina Bozzolini. Nuove ed originali coreografie, firmate da artisti italiani giá affermati nel panorama della danza contemporanea, segnano l’inizio di questo rinnovato percorso artistico a partire dalla stagione teatrale 2001/2002: in questi ultimi anni l’attività produttiva è cresciuta sia in termini di quantità e corposità delle opere allestite nel corso delle stagioni (“Don Chisciotte” e “Contemporary Tango” di Milena Zullo; di Fabrizio Monteverde “Cenerentola”, ”Giulietta e Romeo”, ”Otello” e “Bolero”; di Mario Piazza “Lo Schiaccianoci“ a cui si aggiungono le nuove coreografie che saranno presentate nel corso del 2011 di Michele Pogliani “The arena love”, “In-contro” e “H pour P – La Campanella” di Giorgio Mancini e del giovane coreografo Paolo Santilli “La morte e la Fanciulla”; sia per le prestigiose collaborazioni con artisti ospiti come Andrè De La Roche, Raffaele Paganini e Monica Perego. Non ultimo in termini di importanza è da rilevare come nel corso delle stagioni l’intensa attività abbia poggiato su un crescente consenso di pubblico con oltre 400.000 presenze.
Da queste e altre considerazioni, esso muove ogni anno di più i passi verso un futuro fatto di tradizione e vocazione, storia ed espressione senza tempo, confermando la comprovata posizione leader nella danza italiana.
AUDITORIUM CONCILIAZIONE
Via della Conciliazione, 4
4 – 5 –7 gennaio 2012 • h. 21,00
6 gennaio 2012 • h. 17,00 / h. 21,00
MODALITA’ DI ACQUISTO
c/o botteghino Auditorium dal lunedì al venerdì (11,00 – 18,00)
Prenotazioni telefoniche al 06.90375236
per email a promozione@ballettodiroma.com – Online www.greenticket.it