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"ArteUna lectio magistralis sull’Arte Povera tenuta da Germano Celant, critico d’arte di fama internazionale, si è svolta nell’ex Palazzo delle Poste di Bari, organizzata da Christine Farese Sperken, docente di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università di Bari, nell’ambito del corso da lei tenuto presso la Facoltà di Lettere, intitolato I prorompenti anni Sessanta.
L’incontro, che ha visto la presenza del sindaco di Bari Michele Emiliano, ha coinciso con la presentazione di un evento di livello nazionale, la mostra Arte Povera in Teatro che è stata inaugurata ieri nel Teatro Margherita. L’esposizione fa parte di una serie di mostre dislocate in una rete museale che coinvolge otto città italiane, curate dallo stesso Celant che è considerato fra i fondatori dell’Arte Povera, una ricerca sull’arte contemporanea iniziata nel lontano 1967 con gli artisti Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio. Non si tratta di una mostra itinerante, bensì di una serie di esposizioni che coinvolgono 8 centri urbani dal Nord al Sud della penisola, fra i quali è compresa la città di Bari col Teatro Margherita.

La mostra, supportata dall’Amministrazione comunale, rientra in un’operazione di rilancio di questo spazio architettonico iniziata già da un paio d’anni, e durerà fino all’11 marzo 2012.
L’evento Arte Povera 2011, che coinvolge otto città italiane ed è iniziato a settembre, si svolge contemporaneamente anche a Bergamo, Bologna, Milano, Napoli e Torino su un’area complessiva di 15mila metri quadri, nelle sedi di: Castello di Rivoli-Museo di Arte Contemporanea, presso la Triennale di Milano, il MAMbo di Bologna, la Chiesa di Santa Maria Donnaregina di Napoli, ora parte del MADRE, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e il MAXXI (Museo delle Arti del XXI secolo) di Roma, il GAMeC di Bergamo e il Teatro Margherita di Bari.
Come ha affermato Celant, dagli anni Sessanta in poi i musei tradizionali non sono più bastati a contenere le opere di Arte Contemporanea, spesso di dimensioni gigantesche: di qui la ricerca di contenitori alternativi come le fabbriche abbandonate e i loft. La difficoltà di rappresentare la complessità di linguaggio dell’Arte Povera è il motivo per cui la rete museale che accoglie l’evento ha prediletto spazi espositivi concepiti appositamente per accogliere opere di arte contemporanea
Non ci si può riferire all’Arte Povera come a un Movimento, bensì come ad una ricerca che, iniziata in Italia nel 1967, prende le mosse da “precursori” come Jasper Johns, Raushenberg, Claes Oldenburg, Sol Lewitt, Andy Warhol. Dalla Pop Art l’Arte Povera mutua la morbidezza e la fisicità dei materiali, la capacità di espandersi e fagocitare ciò che le sta intorno.

Le opere hanno un valore performativo, spesso sono deperibili e vanno sostituite, o si consumano col tempo e, consumandosi, indicano il tempo; altre ancora sono vive e vanno nutrite, come il Pappagallo di Kounellis. L’Arte Povera è recupero e qualificazione di elementi inqualificabili. L’Arte riparte da zero, dal nudo materiale che si fa opera, linguaggio, a prescindere dalla pittura. E’ azzeramento, riduzione all’elemento minimo. Non solo, ma un’opera come la Palla di Giornali di Pistoletto, iniziata nel ’76, può ingrandirsi ulteriormente fino ad oggi. L’arte è ripensamento, trasformazione continua.
Il catalogo della mostra, curato dallo stesso Celant, ha 690 pagine, e 600 illustrazioni ed è edito da Electa.

ARTE POVERA IN TEATRO
15 dicembre 2011-11 marzo 2012
Teatro Margerita, Bari
www.artepovera2011.org

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.