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Si può declinare in arte uno degli eventi maggiormente disastrosi, recentemente balzato agli onori della cronaca in seguito ai noti accadimenti in Liguria e Toscana?
La risposta, affermativa, giunge dal DIAC, il Dipartimento di Ingegneria delle Acque e di Chimica del Politecnico di Bari, che in collaborazione con la Provincia di Bari ha organizzato una splendida mostra fotografica sulle alluvioni storiche e più recenti che hanno interessato la città di Bari e i territori circostanti.
La mostra “Le alluvioni a Bari” è stata inaugurata ieri presso la Sala del Colonnato della Provincia di Bari; vengono esposte immagini appartenenti alla collezione privata del professore Carmelo Calò Carducci ed altre provenienti dall’Archivio di Stato di Bari e da testi dello storico Vito Antonio Melchiorre pubblicati da Adda Editore, nonché dalla Fotostampa Ficarelli, dallo Studio Fotografico Mastrorilli e dall’archivio storico di Sergio Leonardi. E’ possibile, inoltre, ammirare alcune immagini relative all’alluvione del 2005.
Il Comitato Organizzatore, composto da eminenti professionisti ed esperti del settore, è presieduto dall’ingegnere Michele Mossa, Dottore di Ricerca in Ingegneria Idraulica per l’Ambiente e il Territorio e Professore Ordinario di Idraulica presso il suddetto DIAC. Tale struttura, nell’ambito del Politecnico di Bari, istituzionalmente promuove e coordina le attività nei settori di ricerca dell’Ingegneria Ambientale e della Chimica e sulle tematiche della salvaguardia dell’ambiente nelle sue diverse sfaccettature, dalla protezione delle coste alla protezione degli alvei fluviali e, in generale, alla protezione dai rischi territoriali.
Incuriositi dalle motivazioni alla base dell’organizzazione dell’evento, abbiamo domandato al professor Mossa delucidazioni in merito. “L’idea di questo evento” ci riferisce ”è nata per la consapevolezza del suo valore storico e culturale. Inoltre, la manifestazione ha anche un indubbio valore tecnico e ingegneristico, come momento di riflessione sulle tematiche relative al drenaggio urbano sostenibile, in tutte le sue diverse sfaccettature, che vanno dagli aspetti della progettazione a quelli della manutenzione e gestione delle opere idrauliche.
L’effetto dell’impatto antropico indisciplinato e caotico unito ad una non corretta pianificazione è certamente concausa di eventi catastrofici. L’attenzione nei confronti della protezione del territorio deve essere sempre alta, al fine di evitare situazioni ad elevato rischio”.
La manifestazione, nelle intenzioni degli organizzatori, è rivolta non solo a progettisti e storici, bensì all’intera cittadinanza e in particolare ai giovani studenti. Il desiderio è quello di rendere un omaggio alla città di Bari, grazie al notevole contributo dei vari collezionisti e dell’Archivio di Stato, nella consapevolezza che ogni futuro si costruisce sulla base delle conoscenze degli eventi storici.
Perfettamente cosciente dell’esigenza, per le istituzioni accademiche e professionali, di porre particolare attenzione alle variazioni in atto a livello internazionale e di proiettarsi, in tale modo, verso il futuro e verso il nuovo, il professor Mossa mette in guardia dal rischio di incorrere in “un effetto collaterale, una sorta di indotta conseguenza, che consiste nel trascurare, quasi inavvertitamente, quanto appartiene al passato…quel “passato” che funge da riferimento per il presente e da trampolino per il futuro, del quale costituirà le fondamenta. Il passato inteso in quest’ultimo modo deve essere salvaguardato, ricordato e tramandato.
Ed è proprio in questo contesto che ritengo che uno degli obiettivi della mostra sia quello di riconoscere nella storia le fondamenta del proprio presente…Le immagini delle alluvioni storiche che colpirono la città di Bari unite a quelle dell’alluvione più recente del 2005, sono un monito al fine di evitare che il territorio e il paesaggio vengano violentati e rappresentano anche un indubbio valore storico”.
La mostra rimarrà aperta fino al 28 Novembre osservando gli orari di apertura della Sala del Colonnato del Palazzo della Provincia di Bari, ovvero dalle 9:00 alle 19:00 nei giorni feriali e prefestivi e dalle 9:00 alle 13:00 la domenica.
Nella foto di copertina l’alluvione del 1926. Cartolina da Foto Ficarelli – Ed. G. Lobuono: via Abate Gimma (foto della collezione privata del prof. Carmelo Calò Carducci),
più in basso sempre Bari con l’alluvione del 1926. Dopo l’alluvione si svuotano le cantine delle case con le pompe. Archivio di Stato di Bari, Archivio fotografico Michele Ficarelli, parte l, Bari Antica, doc. 000071