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“Scrivo perche’ c’è un’emozione che mi spinge a farlo e perchè non tutto si può dire a parole: ognuno di noi elabora un modo proprio per esprimere l’indicibile. Ci sono quelli che piangono, quelli che ridono, quelli che fanno fotografie. Io so soltanto scrivere canzoni. E non è una passione, è un’urgenza.” In queste parole, Gianmaria Testa dice molto di sè, della sua musica, delle sue canzoni. Le sue sonorità racchiudono una delicata malinconia. Le sue parole sono pura poesia, scarne, quasi in controtendenza in un’epoca, l’attuale, fatta di ridondanze ed il suono della sua chitarra è ricco di atmosfere intime e romantiche. Riservato, privo di desiderio di apparire, Gianmaria Testa si muove tra jazz, folk e canzone d’autore.
Circondato da grandi musicisti, gli stessi che hanno costituito il nucleo forte delle registrazioni in studio, mercoledi, 9 novembre, Gianmaria Testa presenta, al Teatro Curci di Barletta, lo spettacolo musicale Vitamia Tour, prodotto da Produzioni Fuorivia e realizzato in Puglia con il sostegno di Puglia Sounds, associato al nuovo, intenso lavoro discografico Vitamia.
Se è vero che un disco si fa quando si ha qualcosa da raccontare, allora poco importa se sono passati cinque anni dal suo ultimo lavoro discografico, perchè in questo ultimo album, Gianmaria Testa racconta molto, umanamente, poeticamente e musicalmente. “VITAMIA”, prodotto da Paola Farinetti, distribuito in Italia da Egea Records, è uscito ad ottobre, dopo una gestazione molto lunga che ha permesso una sedimentazione consapevole e condivisa da ogni singolo musicista, dando al lavoro un apporto creativo importante, superiore al semplice suonare.
Undici tracce che raccolgono una sorta di bilancio di vita personale e di vita sociale lungo 50 anni, 18 mila giorni (come recita il titolo di una delle canzoni guida dell’album), appunti e riflessioni sul passato, sul presente e perfino una sommessa invocazione per il futuro, un affresco umano che, come la vita, porta con sé diverse sfumature e colori musicali. E se la lontananza, la solitudine, la nostalgia, l’amore perso e ritrovato restano il nucleo tematico del nuovo disco e sono in linea con la poetica di Gianmaria, decisamente nuove saranno le sonorità, che virano con più decisione sul versante elettrico, lasciando più spazio alle chitarre elettriche di Giancarlo Bianchetti e Claudio Dadone, al basso Fender anni ’70 di Nicola Negrini, alla batteria di Philippe Garcia e alla leggerezza del tocco jazz unito al piacere tutto "blues" di giocare con i tasti del pianista Roberto Cipelli. A questo forte gruppo di base si uniscono ospiti d’eccezione come Mario Brunello al violoncello, Gianluca Petrella al trombone, Luciano Biondini che sparpaglia la sua magistrale fisarmonica su ben tre canzoni e Carlo De Martini alla viola e al violino nel trio d’archi di Lele.
La voce vellutata e grave ad un tempo, poi, di Gianmaria Testa accompagna e guida, da perfetto Cicerone, nelle "meraviglie" di questa avventura musicale: fa trasalire il sentore new acoustic del singolo Nuovo, o il passo da blues ballad di Lasciami andare, o ancora il jazz delle ballate Lele e Di niente a metà o il fado struggente e intimo di Dimestichezze d’amor. Cosi come risulta carezzevole ed evocativa la pura classicità Testa di 18 mila giorni.
Gianmaria Testa ha da poco compiuto circa 19.000 giorni e ha sentito l’esigenza di guardarsi indietro e dentro, di guardare al segno che tutti questi giorni hanno lasciato su di sé, sul nostro paese e sulla vita degli italiani e “Vitamia” nasce così, intenso ed inatteso e questo tempo, scandito in lenti attimi, lo racconta per intero.