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La seconda edizione del Premio LUM per l’arte contemporanea giunge al suo appuntamento conclusivo con la mostra dei dodici artisti finalisti – Nico Angiuli, Carola Bonfili, Thomas Braida, Tomaso De Luca, Loredana Di Lillo, Francesco Fonassi, Chiara Fumai, Martino Genchi, Emiliano Maggi, Nicola Nunziata, Carlotta Sennato, Valentina Vetturi – curata da Giusy Caroppo, Stefano Chiodi e Caroline Corbetta, componenti del comitato curatoriale, e coordinata da Antonella Marino.
Selezionati su circa trecento artisti under 35 dai tre membri del comitato curatoriale, i dodici finalisti hanno partecipato tra giugno e luglio scorsi ai due laboratori tenuti dagli artisti di fama internazionale Olaf Nicolai e Liliana Moro presso la Biblioteca provinciale di Santa Teresa dei Maschi a Bari.
Gli artisti in mostra rappresentano un campione significativo della molteplicità di linguaggi, temi e percorsi della giovane scena artistica italiana. Quel che li accomuna è un interesse critico nei confronti della realtà contemporanea, una versatilità nel trattare materiali e forme diverse, un impulso a superare i confini convenzionali dei linguaggi espressivi per rispondere alle sollecitazioni provenienti da altri contesti e altri “tempi”, e dare sostanza a visioni personali e inedite aperture poetiche. Tra i finalisti, il direttore scientifico del premio Achille Bonito Oliva, insieme al comitato scientifico individueranno il vincitore di questa seconda edizione.
Coerentemente con i principi che sin dall’inizio hanno ispirato questa edizione del Premio, in particolare il suo taglio formativo, la mostra si pone nel solco degli eventi e delle iniziative che lo hanno preceduto, come il portale del Premio (www.premiolum.it), il convegno organizzato a fine 2010 nel Castello Svevo di Bari, intitolato "A Mezzogiorno dell’arte – Egemonie culturali e sapere dell’esperienza", che ha affrontato il tema del Mezzogiorno, analizzandolo come territorio mentale dal quale attingere una nuova consapevolezza dell’esperienza culturale contemporanea, e infine i due laboratori che hanno visto gli artisti entrare in rapporto diretto con l’ambiente urbano e culturale della città.
La mostra testimonia la relazione che gli artisti hanno saputo costruire con la città e la sua ricca e stratificata identità culturale, presentando lavori che interrogano in modi nuovi e spesso sorprendenti l’esperienza quotidiana, la memoria e il vissuto collettivo che convivono sul territorio barese, visto come un terreno di un sperimentazione che dialoga con la frammentaria e spesso conflittuale esperienza della nostra contemporaneità.