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Il paesaggio rurale è il risultato della trasformazione dell’ambiente naturale di un territorio ad opera delle comunità umane e quindi dei sistemi socio-economici che nel corso del tempo vi si sono succeduti. Il paesaggio è stato determinato dalla medesima storia che sta all’origine del patrimonio archeologico ed architettonico. Vi è però una sostanziale differenza: il paesaggio rurale è essenzialmente l’espressione della cultura materiale e del lavoro finalizzato alla produzione di cibo e altre risorse. I paesaggi della viticoltura costituiscono probabilmente il migliore esempio di questo straordinario patrimonio culturale che può e deve ancora essere recuperato, conservato e valorizzato attraverso la ricerca interdisciplinare e necessariamente integrato con adeguate strategie economiche che ne garantiscano la sostenibilità.
Verrà illustrato il Roman Peasant Project che cerca,dal 2009, di portare alla luce la vita della classe contadina durante l’epoca Romana: la dieta, le attività economiche e le relazioni sociali. Di carattere internazionale, nasce dalla collaborazione fra le Università di Cornell, l’Università di Cambridge e Siena con il costante supporto della Soprintendenza e delle Istituzioni Comunali, dal 2010 vede la partecipazione dell’Università della Pennsylvania e si svolge nel territorio di Cinigiano, dove si tiene il Convegno. L’ obiettivo è triplice: allargare lo studio dell’antichità Romana al di là dei ristretti confini rappresentati dalle aristocrazie urbane i cui resti testuali e materiali costituiscono la maggior parte delle nostre risorse; fornire agli studenti gli strumenti necessari per intraprendere ricerche multidisciplinari; infine collaborare con la comunità rurale attuale. I responsabili del progetto studiano l’ integrazione fra la ricognizione di superficie per avere indagini geofisiche esplorative e mirate attraverso scavi condotti con tecnologie e metodiche che consentono di lavorare in tempi brevi, utilizzando i risultati ottenuti per dedurne le risorse storiche, zoo-archeologiche, archeo-botaniche e geologiche. L’obiettivo del progetto è produrre una consistente descrizione delle vite dei più poveri agricoltori del mondo romano, che costituivano circa il 90% della popolazione del Mediterraneo antico. Tutto ciò è reso possibile dalla stretta interazione che esiste fra la parte archeologica del progetto e una rosa internazionale di specialisti afferenti a diverse discipline: paleobotanica, archeo-zoologia, geo-archeologia, numismatica, produzione ceramica.
Durante il Convegno si focalizzerà l‘attenzione sui dati che si hanno a disposizione per la ricostruzione del paesaggio antico in epoca romana, quello nel quale è possibile calare le realtà archeologiche scavate dal 2009 ad oggi. Si tratta di un paesaggio agricolo, un mondo contadino che il progetto sta in questi anni, per la prima volta, portando alla luce. Si presenteranno in particolare i casi di studio di San Martino e Case Nuove, per i quali le indagini paleobotaniche consentono ad oggi di sviluppare una precisa ipotesi ricostruttiva del paesaggio circostante nonché i dati preliminari dei saggi di scavo condotti durante questa estate 2010 nei terreni dell’azienda vinicola Colle Massari. Questi ultimi hanno portato alla luce una serie di drenaggi agricoli di epoca romana e medievale di estrema importanza per la definizione e la comprensione del paesaggio agricolo in un’area ancora dedita in maniera importante ad attività agricole intensive.
Si porrà attenzione anche alla coltivazione della Vitis sylvestris in Maremm, attenzione che nasce dalla costatazione della presenza di questa pianta in molti siti e in diverse condizioni eco pedologiche. Al fine di inquadrare la situazione relativa alla Vitis sylvestris in questo territorio appare opportuno sottolineare alcuni aspetti fondamentali che possono spiegare la sua presenza, la sua capacità di sopravvivenza e l’interesse che questa pianta potrebbe avere quale progenitrice dei vitigni attualmente coltivati di Vitis vinifera.
Sono state individuate un centinaio di accessioni di Vitis vinifera subsp. sylvestris in diverse località delle province di Siena e Grosseto, delle quali una settantina sono state poste in collezione presso l’azienda vinicola di Colle Massari.