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Anche se il loro Paese sta affrontando una pesantissima crisi economica, una nuova ondata di giovani e talentuosi cineasti greci, come Athina Rachel Tsangari, Syllas Tzoumerkas e Argyris Papadimitropoulos, capaci di girare i loro film a basso budget (gli ultimi con meno di 300 mila euro), sta conquistando premi e attenzione in tutto il mondo. È il caso anche di Yorgos Lanthimos, classe 1973, entrato quest’anno nella cinquina degli Oscar per il miglior film straniero con il nerissimo Dogtooth ed in gara nel concorso internazionale alla prossima Mostra di Venezia (31 agosto-10 settembre) con la black comedy Alpeis (Alps).
Il film, che ha fra i protagonisti Ariane Labed (di nuovo al Lido in gara a un anno dalla vittoria della Coppa Volpi come miglior attrice con Attenberg della Tsangari), Aggeliki Papoulia, Aris Servetalis, a giudicare dalla trama promette di essere tra le pellicole del concorso con la storia più originale. Si raccontano infatti le avventure del gruppo Alpi formato da un’infermiera del turno di notte, un paramedico, una ginnasta e il suo allenatore che offrono a pagamento un servizio di controfigure per i cari estinti a beneficio di chi sta vivendo il lutto.
Rispetto a Dogtooth, che parlava di una famiglia in cui i genitori tenevano prigionieri i figli nella loro proprietà senza permettere loro nessun contatto con l’esterno e insegnando una realtà distorta (si toccava anche il tema dell’incesto), Lanthimos ha detto che Alps «sarà più dark e più divertente. Va un pò di piu verso l’estremo».
I protagonisti nel film (che ha come slogan, «quando arriva la fine, le Alpi sono vicine), vagliando le tante richieste che ricevono, scelgono i recenti scomparsi ai quali sostituirsi per un periodo, andando a vivere nelle loro case, adottandone le abitudini, le preferenze, i comportamenti, così da alleviare, con la loro presenza, il dolore di familiari e amici affranti. Un ‘serviziò prestato seguendo 15 precise regole, fra le quali: dichiarare in anticipo le cose che non si è disposti a fare (come baciare, sollevare pesi, viaggiare, etc); non affezionarsi ai clienti nè avere relazioni intime con loro; avere nozioni elementari di psicologia e sociologia; non cambiare il proprio aspetto fisico (come tingere i capelli, ingrassare o dimagrire) senza il permesso del Capo; difendere gli interessi del gruppo fino ad essere pronti ad uccidere e non rivelarne l’attività ad estranei; scegliere il proprio ‘nicknamè adottando il nome di una montagna delle Alpi. Una disciplina all’apparenza ferrea che proprio la leader del gruppo, l’infermiera (Aggeliki Papoulia), si trova ad infrangere.
Lanthimos, che è anche regista teatrale, di video, spot, accennando alla trama di Alps, ha detto che «il film ha dentro le storie di molte persone. È simile a Dogtooth per il tono, e perchè è ugualmente contraddittorio». La pellicola ha scontato la grave crisi greca, visto che il Greek Film Center, di cui ha ottenuto sulla carta i fondi, non ha risorse. «Ce l’abbiamo comunque fatta – ha spiegato in un’intervista Athina Rachel Tsangari, che ha coprodotto Alps con la sua società, la Haos Film -. È un’altra piccola produzione indipendente, fatta senza soldi, e con grande supporto dagli amici. Continuiamo ad andare avanti così perchè al momento non c’è altro modo di fare film in Grecia».