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La conversione globale al mondo delle “multimedialità” e al voler fare in modo che questa gigantesco apparato che si chiama “Internet” si impossessi completamente delle nostre vite, ha raggiunto dei livelli davvero eccellenti.
E cosi mentre dotte disquisizioni e animate tavole rotonde si interrogano sul perché oggi la popolazione mondiale sia affetta da “dipendenza da Rete” (domanda lecita ma sulla quale sarebbe stato più opportuno interrogarsi almeno un decennio fa), noi comuni mortali fruitori di questo grande contenitore che ci fagocita quotidianamente, consentiamo che la “mattanza mediatica” abbia luogo.
Il mondo della informazione – anzi per deformazione professionale vorrei definirlo delle informazioni – anima enormi meccanismi speculativi dei quali quasi sempre siamo vittime inconsapevoli; meccanismi infernali che non risparmiano nessuno e che non dispensano neppure da argomenti raccapriccianti: la TV (quella di Stato e non), la radio, i canali web (infiniti).
E poi ci sono loro, le “prime donne” della informazione, i tanto amati social networs, Facebook e Twitter in testa; praticamente un “mondo” che autogoverna se stesso – anarchicamente e senza regole.
Per queste ragioni (in realtà per un cumulo di altri sostanziali motivi) abbiamo il dovere istituzionale di scoprire ed accettare tramite un “tweet” o tramite un “post” che – per esempio – Aretha Franklin sia morta colta da malore nella sua abitazione di New York, che Tom Cruise sia morto in Nuova Zelanda cadendo da una scogliera durante le riprese del suo ultimo film (fonte The Sun), che Tom Hanks sia morto scivolando dalla stessa rupe, che Britney Spears e Justin Timbrlake siano morti in un incidente stradale, che Owen Wilson sia morto sulle piste di un resort sciistico a Zermatt in Svizzera: il tutto rigorosamente battuto da agenzie di stampa con tanto di pedigree e immediatamente “vomitato” nella rete. Quasi dimenticavo: tutto rigorosamente falso.
Questa è solo l’ultima accezione della moda delle “bufale della morte” che proprio su Twitter viene codificata con il nome di Death Hoax, blog che consistono nel diffondere false notizie riguardo la morte di personaggi famosi; Charlie Sheen, Jackie Chan, Morgan Freeman ma anche Silvio Berlusconi, Maradona e Fidel Castro – in verità quest’ultimo “morto” e “resuscitato” decine di volte. Cosa si nasconde dietro tutto questo?
In realtà le fonti sensazionalistiche che esistono da molti anni sono una realtà ben consolidata ma che con l’avvento di internet hanno trovato il loro terreno più fertile, solo ed esclusivamente per attirare lettori; finte riviste, fonti di informazioni false, Twitter e Facebooktweet è troppo veloce e un post è incontrollabile. Ecco il pasticcio è servito.
Esiste poi un aspetto non meno importante; molte di queste notizie rientrano in una strategia commerciale senza scrupoli animata specialnon necessariamente da un tabloid ma anche dallo star system che si muove intorno al presunto defunto.
Dunque, il consiglio che posso offrire a tutti i lettori di LSDmagazine, è quello di accogliere queste “morti presunte” con un sorriso e di cercare quelle “morti” su fonti quantomeno attendibili; – quali? – vi chiederete.
Se nel 2002 Rai News 24 ha annunciato la morte di Giovanni Paolo II con qualche anno di anticipo e se Fox news ha annunciato durante una famosa partita di baseball la “finta” morte di Dolly Parton agli Stati Uniti d’America, capirete il mio imbarazzo nel suggerirvi consigli.
Io al TOTOmorte innescato da questi specialisti del viral market preferisco il TOTOvite, per intenderci, quello che per il principio opposto ha riportato spesse volte in vita Elvis o Jim Morrison: molto per dignità giornalistica, un po’ per scaramanzia. La stessa con cui Sean Connery, tempo fa, si autoinvitò al David Letterman Show annunciando al mondo di essere in vita con un clamoroso gesto scaramantico – tipicamente maschile: anche lui morto su internet qualche ora prima.