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La magia della musica protagonista nel suggestivo sfondo della Reale Basilica di Maria SS. Del Pozzo a Capurso. Sono le 21.50, il pubblico rumoreggia, quando finalmente fanno la loro comparsa  I Visionari: Stefano Bollani al pianoforte, Mirko Guerrini ai sassofoni, Nico Gori ai clarinetti, Stefano Senni al contrabbasso e Cristiano Calcagnile alla batteria. Comicia cosi la quarta e conclusiva serata della nona edizione del Multiculturita Summer Jazz Festival, organizzato dall’Associazione Multiculturita  J.S., sotto la direzione artistica di Michele Laricchia.
Lo stile di Bollani e’ eclettico, estroso, ironico, ricco di citazioni musicali. Ama arricchire di improvvisazioni di ogni sorta le sue performance, scherzare e improvvisare con il pubblico, a cui regala spettacoli ineguagliabili, di altissimo valore musicale, come nello spirito di questo grande musicista. La sua carriera conta oltre 70 incisioni discografiche e concerti in tutti i piu’ importanti festival del mondo.

La piazza trepidante accoglie l’eclettico Bollani accompagnato dai suoi amici musicisti. Gia’ dal momento in cui  si accomoda davanti al pianoforte e il resto del gruppo si posiziona agli strumenti, si capisce che, da quegli strumenti, non potra’ che uscire musica intensa ed elegante, consistente e raffinata. Tutto e’ pronto. Gia’ dalle primissime note del pianoforte si avverte il potere comunicativo di Bollani che comincia, sin dai primi minuti, ad interagire con le note degli altri musicisti presenti sul palco, dando vita ad una musica capace di passare da esecuzioni impegnative dal tempo serrato dove emerge l’abilita’ della sezione ritmica, come La Sicilia, alla ricercatezza dei passaggi e all’intensita’ ironica e gioiosa di Carnevale di Dunkerque. Ogni nota de I Visionari passa da momenti di allegria smodata ad attimi di tensione, fino a squarci di malinconia vera e propria. Ma, quel che sopra tutto prevale, nelle note che si stagliano sullo sfondo della

Basilica illuminata sono l’improvvisazione e il  jazz. Peche’ nei pezzi ascoltati finora, quello che emerge e’ la qualita’ di Bollani di essere prima di tutto un pianista jazz, nonostante, per alcuni, l’ironia che lo contraddistingue, la sua teatralita’ e capacita’ istrionica sul palcoscenico sembrano poterlo ‘allontanare’ dal suo essere musicista jazz. Invece, il jazz di questo disco “c’e’” e per noi, che siamo al di qua del palco, e’ molto forte e vibrante.
Nei diversi pezzi che Bollani e la sua formazione srotolano, uno dietro l’altro, alcuni del repertorio passato del musicista, altri, molti, tratti dal nuovo cd  “I Visionari”, viene trasferita, quasi come attraverso una sferzata d’aria,  quell’energia, quella gioiosita’, quell’eclettismo, propri dei componemti di questa nuova formazione e, quindi, del loro cd. Basta poco per capire che, fra le pieghe del gruppo, composto da giovanissimi talenti, ne e’ passata di musica: pop d’autore, sperimentazione, musica classica. Il risultato? Quella musica frizzante e incapace di essere racchiusa in un’unica definizione dei pezzi che stiamo appena ascoltando.
Siamo nel cuore del concerto. Piu’ questo va avanti e piu’si ha netta la sensazione di essere entrati in un mondo piu’ intimo, accogliente, ma anche energico e di grande forza. I Visionari saltano, giocano, scherzano e suonano, magistralmente suonano, in perfetto equilibrio tra jazz, pop, classica ed echi etnici e popolari.  Pezzi eseguiti senza fronzoli, quasi schizzati,  si dipanano uno dopo l’altro, attingendo dal vasto repertorio di Bollani e coinvolgendo un pubblico che si lascia prendere per mano, si fa condurre come in una lunga passeggiata in una vasta distesa di verde. Fino ad un finale che coglie di sorpresa tutti.
Ma la serata non si e’ conclusa. Prevede, ancora, inaspettate ‘presenze’. Nello spirito generale, dove sono l’improvvisazione e la teatralita’ a farla da padroni, ecco salire sul palco Luca Medici, in arte Checco Zalone. Ed e’ un susseguirsi di battute, di gags, di risate, di applausi e… di musica.  Tratta dal film “Cado dalle nubi”, sul palco, in perfetta sinergia con I Visionari, Luca Medici presta la voce alla sua “Gli uomini sessuali”. Ovviamente, in versione jazz. Ovviamente, nel jazz di Bollani.
E’ finita. E la sensazione diffusa tra tutti i presenti nel Sagrato della Reale Basilica e’ quella di non aver assistito semplicemente ad un concerto dove in perfetta sinergia si sono esibiti diversi, eccellenti musicisti, ma all’esibizione di un’unica creatura con un corpo fremente ed un cuore palpitante.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.