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Reinventa fantasticamente biografie illustri e racconta come nascono incubi, mostri, fantasmi, Michele Mari in Fantasmagoria, il suo nuovo libro che uscirà per Einaudi all’inizio del 2012. Un assaggio lo scrittore ieri sera al Festival Letterature, dove ha proposto due testi della raccolta: Il patrimonio del popolo tedesco e Villa Diodati.
«Nel primo che ho scelto, ipotizzo che i Fratelli Grimm non siano solo due e che le loro fonti siano anche altre rispetto a quelle conosciute della tradizione popolare, naif. Villa Diodati, sul Lago di Ginevra è diventata famosa perchè nel 1818 , erano lì Lord Byron e Mary Shelley, sua futura moglie. Una sera fra amici giocavano a raccontarsi storie terribili e così nacque Frankestein e il Vampiro. Come mai, mi chiedo, nel racconto, proprio quella notte e nella stessa notte vennero creati quei mostri?».
In Fantasmagoria – che sarà sempre pubblicato da Einaudi per cui è uscito anche l’ultimo libro di Mari, "Rosso Floyd", in cui viene ricostruita la parabola artistica dei Pink Floyd, facendo coincidere i dati biografici con quelli fantastici – lo scrittore racconta anche come nasce un fantasma.
Sarà un libro di 34 racconti – dice Mari – strutturato con l’alternanza di biografie illustri reinventate fantasticamente, da St. Exupery a Shakespeare a Cecco Angiolieri, e di racconti fantastici. Adoro il racconto, sia da lettore sia da autore ma mi sono sempre sentito dire la stessa cosa: ‘in Italia non vanno. Forse perchè i racconti mettono più in gioco l’intelligenza del lettore. Il romanzo è più ipnotico, rassicurante».
Questa volta, lo scrittore che è autore di altri due libri di racconti fra cui "Tu, sanguinosa infanzia", di cui nel 2009 è uscita una nuova edizione, non ha ceduto a nulla: «Il prossimo libro – spiega – sarà di racconti, ho detto alla Einaudi alla quale sono piaciuti e che è contenta di farlo».
In fondo, in queste storie e in tutti i suoi libri, Mari, figlio del designer e artista Enzo Mari, pone in modo simile «la questione dell’ispirazione, fonte dell’invenzione», come spiega lui stesso. Poi aggiunge che «l’unica ribellione» nei confronti di suo padre è stata «fare lo scrittore. Lui voleva che seguissi le sue orme. Per me era l’incarnazione dell’intelligenza, lo subivo come una specie di bocca della verita».