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È calato il sipario ieri sera a Lecce, nel Multisala Massimo, la XII edizione del “Festival del Cinema Europeo”, diretto da Cristina Soldano e Alberto La Monica, organizzato da Art Promotion.
Ecco tutti i premi: Ulivo d’Oro a «The Woman with a Broken Nose» di Srdan Koljevic (in foto Aureliano Amadei per «20 sigarette»; Premio SNGCI a Merab Ninidze per il film «The Camera Murderer» di Robert Adrian Pejo Piera Degli Esposti per il film «I bambini della sua vita» di Peter Marcias; Premio FIPRESCI a «Amnesty» di Bujar Alimani; Premio Cineuropa a «Amnesty» di Bujar Alimani; Premi Puglia Show a «Il signor H» di Mirko Dilorenzo e «Darkness Within» di James Kendall.
La giuria internazionale era composta da Alberto Barbera, Paulo Branco, Giuseppe Battiston, Elizabeth Missland e Marina Sanna.
Ottima accoglienza di pubblico e di critica hanno avuto due interessanti lavori made in Puglia. A cominciare da “Via Appia”, il film diretto e sceneggiato dal regista leccese Paolo De Falco, proposto ieri sera. Prodotto da Grad Film, col sostegno tra gli altri di Comune di Roma e Afc, il film è un on the road sull’antica via Appia che congiunge Roma a Brindisi. Su questo percorso, che diventa un vero e proprio documentario, si incrociano le vite di tre personaggi reali, Antonio Pascale (scrittore), Giacomo De Stefano (navigatore solitario) e Bruno Ostuni (ferroviere). Un viaggio nel Sud, tra conscio e inconscio, che si consuma nella natura a tratti incontaminata del tragitto, su mezzi che spaziano dal treno all’automobile, passando per una barca che solca fiumi quasi prosciugati, e cavalli al galoppo.
De Falco punta l’attenzione anche su Cairano, piccolo centro dell’Irpinia, ormai spopolato, dove si svolge una manifestazione organizzata da intellettuali meridionali, come il paesologo Franco Arminio, che vorrebbero cambiare il destino di abbandono di questi luoghi, popolandoli anche di poesia. «Ciò che mi ha interessato di più – ha detto De Falco – è stato il potere metaforico di questi viaggi, la loro intensità anche simbolica».
E salentine sono anche le due sorelle registe Sophie e Anna Lisa Chiarello, che a Lecce hanno portato il loro film documentario “Ritals. Domani me ne vado”, prodotto da Gianluca Arcopinto, col patrocinio di Afc e Ambasciata francese di Roma. Il lavoro, presentato al festival nella sezione “Cinema e realtà” (alla proiezione è seguito anche un interessante dibattito al quale hanno partecipato le due autrici e Luigi De Luca, vicepresidente Afc), nasce dall’esperienza familiare di emigrazione delle due registe, che hanno così raccontato «quando gli albanesi eravamo noi» ripercorrendo le vicende di Maria e Vincenzo, coppia salentina che a metà degli anni Cinquanta partì da Lecce alla volta di Parigi.
Tema di grande attualità quindi, quello dei migranti, che ci mostra l’incontro di sguardi e identità diverse che conducono ad un legame nuovo. Il titolo del film “Ritals” riprende il nomignolo, alquanto dispregiativo, con il quale venivano additati gli italiani in Francia, e ci invita, forse, anche a cambiare il nostro sguardo di diffidenza e a considerare la diversità di popoli e culture un valore e un arricchimento.
Sold out sempre ieri nella sala “All’ombra del Barocco” (letteralmente straripante) per la presentazione della monografia dedicata a Toni Servillo, curata da Enrico Magrelli, edita da Besa.