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Nelle brochure delle agenzie di viaggio è citato quanto i termini paradis0 e relax: tra suonerie, clacson, sirene, tv e radio a tutto volume, il silenzio è diventato la nuova frontiera del lusso contemporaneo, tanto che gli è persino stata intitolata un’accademia, che invita a prendersi una pausa dall’inquinamento acustico con la prima ‘maratona del silenziò.
Gli appuntamenti alla scoperta del sound of silence sono alla Casa della poesia di Milano, e al Circolo dei lettori di Torino, il 30 aprile. Insieme agli ideatori dell’Accademia, l’accademico Duccio Demetrio e la giornalista e saggista Nicoletta Polla-Mattiot, esploreranno il significato del silenzio, con interventi di 15 minuti ciascuno, il filosofo Salvatore Natoli, l’audiologo Antonio Arpini, il regista Franco Piavoli, l’architetto Marco Ermentini, lo psicologo Giampiero Quaglino, il sociologo Giampaolo Nuvolati, l’astrofisico Andrea Possenti e il semiologo Ugo Volli.
«Il silenzio è uno dei grandi lussi contemporanei perchè – spiega Nicoletta Polla-Mattiot – è uno dei beni che ci manca di più, insieme al tempo, cui è strettamente legato. Non a caso, da un confronto tra le brochure di varie agenzie di viaggi, ho notato che la parola silenzio nei depliant ricorre tanto quanto il termine paradiso». E per tracciare una mappa dei luoghi del silenzio, l’accademia invita i suoi sostenitori a segnalare eremi, conventi, paesi semi abbandonati e affini sul suo sito.
Ma il silenzio, per Polla-Mattiot, non è solo un rifugio dal dilagante inquinamento acustico metropolitano, come testimoniano le motivazioni delle centinaia di persone che hanno già aderito all’accademia, nata solo un mese e mezzo fa: «c’è chi cerca il silenzio per portare avanti aspetti creativi come la scrittura o la ricerca spirituale, chi sente invece – racconta la ricercatrice – l’esigenza di staccare la spina e spegnere lo stress e chi, infine, usa il silenzio come tecnica professionale, come educatori, formatori e psicologi».
Militanti, ma non fanatici del silenzio, i fondatori dell’accademia sottolineano che la loro «non è una proposta di vita monastica: non ci riuniamo per meditare a gambe incrociate, non diamo prescrizioni e non puntiamo al silenzio assoluto, che spaventa, ma a un silenzio relativo come strumento di relazione e di ascolto reciproco». Per imparare a coltivare la nobile arte del silenzio, l’accademia propone anche dei corsi alla libera università dell’autobiografia di Anghiari (Arezzo) e promuove club del silenzio nelle località italiane interessate ad aderire al Manifesto del silenzio. ‘Manifesto per il silenziò (Feltrinelli, 2008) è anche il titolo di un libro di Stuart Sim, docente di critica teorica alla University of Sunderland, per il quale il silenzio ha persino un valore politico, in quanto solo in assenza di un rumore di fondo continuo si può coltivare il pensiero e sviluppare un’attitudine critica.