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Nata nel 2007 dalla comune passione per il genere folk cantautorale, la Piccola Orchestra di Karasciò apre un nuovo sipario sulla scena musicale della musica pseudo popolare alternando ballate folk e rock con pezzi reggae molto interessanti e molto ben suonati.
Gli ingradienti essenziali di questo esperimento musicale scanzonato e assai contaminato sono Paolo Piccoli – voce e chitarra acustica, Fabio Bertasa – chitarra elettrica, Roberto Nicoli – basso, Michele Mologno – batteria, Diego Camozzi – mandolino, Alessio La Chioma – tromba e Ilaria Colleoni – violino; quasi tutti di orgine bergamasca, orchestrali per gioco e per passione che con un repertorio di ballate ironiche hanno già raccolto importanti riconoscimenti in Italia attraverso le tantissime esibizioni tutte rigorosamente live.
Hanno vinto il contest “Different Music per la Costituzione” organizzato dall’ARCI di Carpi nel 2008, hanno partecipato al Festival Verdi 2010 a Parma – evento che ha consentito una ottima visibilità mediatica, al Barezzi Live 2008 dove hanno avuto la fortuna di esibirsi all’ascolto del maestro Franco Battiato, per arrivare poi sul podio – primo Premio “Una canzone per Amnesty – Emergenti 2010” al Festival “Voci per la Libertà” alla presenza di Carmen Consoli.
Ed è proprio da questo ultimo riconoscimento ottenuto sul brano “Beshir” che parte la escursione musicale del CD “Made in Italy”, disponibile sul mercato da venerdi 25 marzo 2011; un viaggio musicale profondo che mostra le sue radici nel vissuto popolare attraversando in maniera trasversale cantautori del calibro di De Andrè, De Gregori, Vecchioni, Paolo Conte.
Il packaging è assai estroverso: il cartone di una pizza d’asporto con al suo interno tanto di lattina di spuma, menù e tovagliolo; il CD è una pizza, anzi “La pizza Margherita” ben cotta e nell’ideale degli autori – sfornata da un vecchio grammofono.
La ballata “Beshir” – dunque – che è valsa il premio Annesty – descrive in maniera semi drammatica le vicende di un immigrato fuggito dalla sua patria per cercare di costruirsi una vita in Italia ("Beshir è un uomo forte, come forte è il suo dolore, che lo ha spinto a ritrovarsi semi-morto in mezzo al mare"). Dall’ approccio più cantautoriale e meno orchestrale della raccolta, il brano risulta essere molto gradevole all’ascolto e molto attuale nei contenuti. Molto interessante anche la “Ballata del creato”, secondo pezzo davvero di “carattere” del lavoro della street band, anticlericale, più orchestrale e che evoca un primo de Andrè con il suo sarcasmo fuori dalle righe.
La Piccola Orchestra di Karasciò – che il prossimo 25 aprile festeggierà il suo 100° concerto – continua una interessante sperimentazione lasciandosi “pigmentare” dalla sensibilità di un pubblico “popolare” ma orientadosi verso la canzone d’autore, cercando spunti, stimoli anche da altri e nuovi progetti culturali; l’avventura discografica è intanto cominciata.