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Il nuovo libro di Francesco Saccente, dal titolo: "Cassius Obstinatus "Il Capacchione"- I segreti di Cesare", è la nuova opera (dopo "Mòòò… c’sì zamp! Mòòò… quanto sei grezzo!", del 2010, edito presso Mario Adda editore) dell’eclettico e poliedrico cameramen barese. Dietro Cassius Obstinatus detto "il Capacchione", simpatico nick name in latino macheronico (o se preferite in "latinorum" in ossequio a Manzoni), si nasconde il clone romano, pur se nato in Puglia e per la precisione a "Palum Collis", dello scrittore -confrontate il disegno in copertina e la foto dell’autore in ultima pagina- di questa simpatica biografia non autorizzata del grande Caio Giulio Cesare. Si tratta di una biografia dunque che fino qualche millennio fa sarebbe stata certamente da censurare; degna dei migliori "dossier distruggi reputazione" che nel solco del "Watergate" sono tornati tanto di moda (per maggiori informazioni, rivolgersi al Sign. Feltri) in taluni ambienti dell’editoria italiana. Irriverente ed offensiva nei riguardi del grande dittatore romano, l’opera di Saccente tra un mare di risate vorrebbe insinuare nei lettori dubbi circa la mascolintà di uno dei simboli del proverbiale, italico appetito sessuale, asserendo che in Bitinia il Conquistatore (termine da intendere in tutti le accezioni possibili) Cesare non disprezzasse intrattenersi con la Regina, ma anche con Re Nicomede IV, sovrano del piccolo regno dell’Asia minore e coniuge della regina poc’anzi citata. Ma non è finita qui. Poi è la volta dei presunti onerossissimi debiti collezionati dallo stratega con tutti gli strozzini di Roma, quasi che il "divino" fosse un emulo del padre, Gaio Cesare, oppure precursore dello spendaccione Dumas, o dell’imprenditore (inutile aggiungere altro) Callisto Tanzi."Questa è blasfemia!", dice l’abbronzato messaggero persiano in "300", ma ahimè, ad avvenuta pubblicazione de "I segreti di Cesare", il danno è ormai compiuto. A nulla sono valse le esortazioni dell’amica, Rossella Grandolfo, giornalista di Mediaset -la prefazione del libro è ad opera della nota giornlista- affinchè il Saccente in arte Cassius, desistesse dall’intento di sbeffeggiare la memoria del grande generale romano. Egregio autore a tal proposito le faccio notare che se fosse vivo il fedele centurione di Bari Vecchia "Antonino" -chiaro riferimento al noto giocatore Antonio Cassano- della famigerata "X Legione Apuliae", di cui parli nel tuo memoriale, ti rifilerebbe come minimo un "tuzzo"! Scherzi a parte, il libro si lascia leggere con piacere, specie per chi mastica il vernacolo barese ed il "simple romanaccio" (o "basic romanaccio") parlato da Giulio Cesare e dal resto della nutrita combricola di personaggi (tutti o quasi realmente esistiti), che abitano le pagine della simpatica biografia. Il tempo stimato per la lettura del libro è di mezzo "giro di clessidra", secondo la misurazione del tempo in uso presso gli antichi romani, cioè di più o meno un quarto d’ora (e che volete, sono anch’io di Bari come il centurione Antonino! Ergo sono velocissimo). Questo risulta ben congeniato ed affiancato da simpatiche vignette ad opera del disegnatore Gaetano Longo, e da più o meno brevi composizioni in versi, rigorosamente in rima baciata. Lo scrittore rifugge con merito dalla tentazione di porsi, pur dimostrando una vasta conoscenza della vita e delle opere di Cesare, come serioso biografo, scegliendo di non distaccarsi dallo spirito che parvade l’intera opera satirica la quale presenta numerosi riferimenti e collegamenti tra mal costumi che immortali affliggono la società di ieri come quella di oggi. L’opera di Saccente in questa nuova luce rivendica una filiazione adottiva a ben noti capolavori della letteratura satirica quali: "Le avventure del Barone di Munchausen" (R. Raspe), "I viaggi di Gulliver" (J. Swift) o "Cuore di cane" (M. Bulgakov).
-"Cassius Obstinatus "Il Capacchione"- I Segreti di Cesare", pagine 146, prezzo 10 euro, Francesco Saccente, Adda editore.