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E’ iniziata da qualche giorno la grande mostra personale dedicata all’artista polacca Tamara de Lempicka. Location dell’esposizione: il Complesso Monumentale del Vittoriano a Roma, piazza Venezia. Tamara, nata a Varsavia nel 1898 (anche se qualcuno sostiene che sia nata a Mosca), può essere definita un’artista cosmopolita conosciuta in ogni angolo del mondo. La mostra è stata allestita dalla curatrice Gioia Mori e vuole essere uno spaccato degli anni Venti/Trenta e dell’esaltazione dell’ Art Dèco.
L’esposizione è un miscuglio di colori, di immagini e linguaggi figurativi che prendono ispirazione dal cubismo e dal futurismo di vari paesi europei tra cui l’Italia, la Gemania, la Francia e la Russia. L’artista Polacca subisce le influenze dei vari paesi che l’hanno ospitata ma il suo indiscusso genio è stato quello di rielaborare e di personalizzare il tutto con immagini accattivanti. Negli anni in cui vive la Lempicka diventa interprete del suo tempo, rendendo l’immagine femminile più forte, autonoma ed emancipata. Le donne della Lempicka appaiono sicure della loro forza seduttiva, della loro potenzialità e dei propri mezzi. Donne eleganti, sofisticate, sicure ed estremamente femminili. Negli anni Venti/Trenta quasi tutti i salotti mondani d’Europa di contendevano la presenza dell’artista polacca. Piaceva la sua stravaganza, la sua incredibile cultura e lo charme che emanava. Su di lei è stato detto di tutto ed il contrario di tutto: la si è descritta come un’avventuriera, spia e collaboratrice della temibile polizia zarista, adorabile seduttrice capace di farsi apprezzare dai maggiori galleristi d’arte del suo tempo.
La mostra del Vittoriano ripercorre i tumultuosi anni della pittrice e dimostra il temperamento frivolo da lei tenuto e che negli anni ha fatta di lei una vera e propria icona di seduzione, libertà e pragmatismo. Disegni come forme di pubblicità per le più importanti riviste di moda e di design di quegli anni. Amante del disegno pulito e della perfezione in generale la Lempicka ama circondarsi di designers, architetti ed illustri personalità stravaganti ed innovative. Il suo studio di Parigi è un covo di talenti ed in pochi anni diventa un punto di riferimento culturale. La seconda guerra mondiale la costringono a trasferirsi prima a Cuba e poi negli USA. E’ il suo periodo "Iperealista". La mostra romana è un insieme di "sensazioni internazionali" e le opere sono il frutto di estenuanti ricerche fatte attraverso gli anni. Molte delle opere esposte provengono da collezioni private appartenti ad esempio a Barbra Streisand, Jack Nicholson e Madonna.
Orari di visita: 9.30/19.30 venerdi e sabato: 9.30/23.30 domenica: 9.30/20.30