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La Galleria nazionale “Girolamo e Rosaria Devanna” a Bitonto, accoglie, dopo Lecce, la mostra dedicata al caravaggismo in Puglia. L’evento, il primo ospitato dalla Galleria Devanna nel bellissimo Palazzo Sylos Calò, è frutto della collaborazione con il Museo Provinciale di Lecce e si colloca nel solco delle celebrazioni per il quarto centenario della morte di Caravaggio.
Come sottolineato da Fabrizio Vona, Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia, la mostra intende scandagliare la realtà culturale pugliese del primo Seicento, con particolare attenzione all’esperienza caravaggesca accolta come un vivacissimo aggiornamento degli strati colti della Puglia, a partire dalla precoce committenza al Merisi da parte del marchese di Polignano a Mare di un dipinto oggi non identificabile.
I legami tra Caravaggio e Puglia proseguono attraverso due ondate di esperienze artistiche: la prima, annovera pittori come Sellito, con cui la verità caravaggesca si innesta su un’impostazione tardo-manierista, Finoglio, Guarino; la seconda ondata vede protagonisti Ribera, Pacecco De Rosa, Stanzione.
La mostra, strutturata nel rispetto di queste fasi cronologiche, ospita il “Martirio di S. Giovanni Battista” del Vaccaro nella sua preziosa cornice originale, rinvenuto recentemente nella chiesa di Santa Fara di Bari, la cui particolarità sta nella scelta del momento rappresentato che coglie il Santo un attimo prima della decapitazione, in cui emerge la monumentale – e molto caravaggesca – figura del carnefice.
Presenti due nature morte, in particolare, la splendida Frutta e verdura con fioriera e colomba proveniente da Palazzo San Gervasio e realizzata nel segno di una commistione di stili (nordico per l’attenzione al dettaglio, caravaggesco per l’uso della luce, nella resa del bianco-grigio della colomba) che in Puglia trova terreno più che fertile.
La “Crocifissione di S. Pietro” di Pacecco è una chiara ripresa del Caravaggio sia nella composizione – pressocchè identica – sia per l’attenzione ai dettagli.
Tra le due versioni presenti dell’ ”Incredulità di San Tommaso”, spicca quella dello Stanzione, per la meditata circolarità nell’impostazione dei personaggi, per il gioco di complementarità dei colori, per l’umanità dei gesti, come la mano rassicurante di un Cristo che, pur dallo sguardo distante, si posa sulla spalla di Tommaso.
“La Maddalena al sepolcro” del biscegliese Fracanzano rivela una brillante soluzione tecnica, poiché l’artista camuffa la linea di giuntura delle due tavole che compongono il quadro nella composizione stessa della scena. La donna è colta in veglia sul sepolcro vuoto del Cristo, con il suo tipico attributo – l’anfora degli unguenti – reso in stile tardo cinquecentesco, mentre le luci e le ombre delle vesti manifestano un’interiorizzazione della lezione caravaggesca.
La mostra, realizzata con fondi privati, è aperta tutti i giorni tranne il mercoledì, h. 9-20, dal 13 marzo al 15 maggio, ingresso gratuito, info e prenotazioni al 080/099708.
Pensiero laterale
E’ mia intenzione evidenziare, per quanto mi è possibile, la comunicazione tra le varie arti e tra i vari ambiti culturali.
In ambito moderno, voglio ricordare almeno tre citazioni del Caravaggio.
La prima, la ritroviamo in “Romanzo criminale” (Placido, 2005). C’è un momento in cui la ragazza “per bene” del Freddo introduce il criminale nella chiesa di Sant’Agostino a Roma dove è custodita la tela caravaggesca della “Madonna dei pellegrini”.
Le altre due sono da ricercare in ambito musicale, in particolare dei video musicali. Mi riferisco a “Loosing my religion” dei REM, dove l’omaggio al Caravaggio è plateale, e a “What else is there” dei Royksopp, dove è citata una bella natura morta.