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Siamo in Egitto dove dopo 20 lunghi anni la popolazione non più sobillata dalla CIA, scende in piazza per auto determinarsi. Sono anni che la culla della società non viene turbata da un atto così clamoroso. Ci avevano provato gli integralisti a smuovere le coscienze degli egiziani sottomessi dal regime dello zio di Ruby, come lo chiamano nel Bel Paese. Era infatti dal lontano e infausto 23 luglio 2005 a Sharm el-Sheikh che sulla scena internazionale non si parlava così accuratamente di Egitto eccezion fatta per una parentesi del 26 aprile 2006. Nella prima data una serie di attacchi terroristici suicidi colpì la notissima cittadina turistica, localizzata nella parte meridionale della penisola del Sinai, che chiunque conosce la scena politica internazionale da 60 anni a questa parte guarda di sottocchio.Il numero delle vittime allora fu circa una novantina secondo alcune fonti, se si pensa ai soli villeggianti e ai proprietari di alberghi e ristoranti internazionali, a causa di una serie di esplosioni causate con grande probabilità da tre bombe a innesco simultaneo. L’assalto, che uccise anche due sorelle pugliesi, Paola e Daniela Bastianutti di Casarano, coincise anche se non esattamente, con l’anniversario del colpo di stato che nel 1952 aveva portato all’esilio di re Faruq. Infatti dall’avvento al potere del colonnello Gamal Abd el-Nasser avvenuto, nel 1954, il paese ha subito periodici scossoni, quasi sempre dovuti alla presenza sul territorio di forze esogene, ossia esterne, in grado di manovrare le leve del potere e delle rivolte interne. Basti pensare all’attentato che uccise il successore di Nasser, Anwar al-Sadat, il Il 6 ottobre 1981 che venne assassinato durante una parata al Cairo il chui successore fu il suo Vice Presidente Hosnī Mubārak.Oggi l’Occidente, che con Hosnī Mubārak aveva stretto accordi economici di ogni tipo e i cui capi di Stato si era legati a doppio filo con rapporti personali di amicizia e solidarietà, scopre che il presidente egiziano aveva l’aspetto di un dittatore, forse meno feroce di altri, o forse i suoi crimini ancora non si conosco. Il dato di fatto è che qualcosa nel paese dei Faraoni si muove, anche se non è chiaro in che direzione. Sta di fatto che il primo luogo a subire tentativo di penetrazione e di saccheggio è stato il museo nazionale del Cairo, nei confronti del quale secondo a quanto riporta il sito web di Al Jazeera, i manifestanti anti-Mubarak stanno mettendo in moto una inattesa macchina di protezione e sorveglianza contro i furti e i danneggiamenti.Tra coloro che sono scesi in piazza contro il governo/regime, tra i primi a mobilitarsi vi sono stati gli intellettuali, i giovani universitari, soprattutto quelli noti in occidente. I docenti lì come altrove chiedono l’indipendenza del sistema del sistema scolastico, dell’università, della magistratura, dell’archeologia, del sistema cinematografico locale e nazione e degli enti lirico-sinfonici dai capricci umorali del potere che se non è uterino come in Italia, risponde a logiche non estraee da quelle in gioca nel nostro paese. Tra i protagonisti delle ultime giornate del Cairo vi è un 38 enne egiziano, ma di formazione europea, l’attore Arm Waked. Waked, si è laureato all’Università americana del Cairo e protagonista di molto film americani ed è in piazza dal primo giorno. Accanto a lui anche il musicista Ammar El Sheriey e l’editore Ibrahim El Moallen, presidente del gruppo editoriale Shorouk, uno dei più grandi del Medioriente. Waked salì agli onori della cronaca culturale quando nel 2008 contravvenendo ai vari divieti culturali e scomuniche, accettò di girare una miniserie televisiva accanto all’attore israeliano Igal Naor. Oggi, il nuovo Omar Sharif, noto in italia come co-protagonista di Il Padre e lo Straniero per la regia di Ricky Tognazzi e nel resto del mondo per un importante ruolo in Syriana accanto a George Clooney, spera in una nuova generazione di attori e registi che possano farsi carico delle istanze libertarie e di una rinascita culturale per i paese arabi. Da qualche giorno la pagina Facebook di Amr Waked. In questi ultimi minuti sulla sua pagina si legge la frase trionfale "Going to Tahrir square is like getting baptized for freedom" (Andare in piazza Tahrir è come essere battezzato alla libertà!). A questo impeto di azione anche noi uniamo dedichiamo un personale augurio e speranze per la migliore autodeterminazione del popolo egiziano, e dedichiamo questo breve articolo!