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Oggi alle 21.00, nell’ambito della rassegna di Eventi Speciali fuori abbonamento “Il Coro delle Arti” che si svolgerà al Teatro Forma, il Coro della Fondazione Petruzzelli, diretto dal maestro Franco Sebastiani (nella foto) ed accompagnato all’organo da Lucia Conca, proporrà un programma dedicato a due Mottetti di Johann Sebastian Bach: Lobet den Herrn alle Heiden BWV 230 e Jesu meine Freude BWV 227. Interverrà il regista Walter Pagliaro.
In programma due Mottetti di Johann Sebastian Bach. Il mottetto tedesco è caratterizzato per la sua esecuzione “a cappella”. Nel XVIII secolo questa austerità lo opponeva al mottetto francese ed a quello italiano, concepiti in uno stile concertante. Quando Johann Sebastian Bach (1685-1750), compose i suoi da tempo si considerava questo genere di composizione come un esempio di scrittura arcaica. Ma tuttavia – e “Jesu meine Freude” lo attesta –Bach seppe comunque creare opere di eccezionale bellezza. L’incarico assunto da Bach a Lipsia, non lo impegnava a scrivere mottetti, tuttavia egli praticò il genere in casi eccezionali, quali ad esempio le cerimonie funebri per personaggi di rilievo in città. Ne compose cinque, o comunque cinque ce ne sono pervenuti, e il loro valore è attestato dal fatto che contrariamente alla maggioranza delle pur celebri e stimolanti cantate, i mottetti sono stati sempre oggetto di esecuzioni anche dopo la morte dell’autore.
Il mottetto “Lobet den Herrn alle Heiden” BWV 230 (il testo latino è il noto “Laudate Dominum omnes gentes”) presenta un testo costituito solo dalla traduzione tedesca dei due versetti del salmo 116; si ignora la destinazione del brano – come pure la data di creazione, presumibilmente il 1723 – e si ritiene che possa essere un frammento di “cantata”. Lo stile si richiama ai mottetti antichi in un solo blocco nel quale peraltro è possibile distinguere tre parti. Una prima sezione fugata si dispiega partendo da un arpeggio in do maggiore. Il secondo versetto – “Denn seine Gnade” (Perché la sua misericordia) si snoda alternando passaggi omofonici e polifonici. La parte conclusiva si basa su una sola parola “Allelujah”. In sostanza il brano si conclude con toni giubilatori; il che associato al testo elogiativo ed alla tonalità di do maggiore, porta ad escludere che si tratti di un mottetto funebre.
Il mottetto “Jesu meine Freude” BWV 227 (Gesù, mia gioia), è un mottetto funebre a cappella per cinque voci. Il testo è costituito da strofe del corale di Johan Frank (1653), alternate con i versetti 1, 2, 10 e 11 dell’ottavo capitolo dell’Epistola di San Paolo ai Romani.
Le copie più tarde dell’opera giunte fino ai nostri giorni, non danno chiare indicazioni circa la destinazione di quello che può essere considerato il più celebre dei mottetti di Bach. Si ritiene che possa essere stato scritto per un servizio commemorativo in memoria di Johanna Maria Rappold, figlia del rettore della Nikolaischule e moglie del direttore delle poste Johann Jakob Kees, in occasione di un rito celebrato il 18 luglio 1723 a Lipsia, pochi mesi dopo che Bach era stato nominato “kantor” in quella città.
Un equilibrio perfetto caratterizza questo gigantesco mottetto funebre in mi minore. La meravigliosa costruzione deriva dall’alternanza delle strofe del corale di Franck alternate ai brani di S. Paolo, nonché dal disegno formato dalla realizzazione di ogni parte. Si rilevano ben undici sezioni al centro delle quali troneggia una fuga. Bach impiega una celebre melodia del compositore Johann Crüger (1598-1662), autore di molta musica sacra.
Biglietti in vendita al Botteghino del Teatro Petruzzelli e on-line su www.bookingshow.com. Infopoint: 080.975.28.40.